Mauro Tarchi e l'antiamericanismo


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“Anche per chi non condivida il retroterra ideologico dell’autore – scrive Riccardo Chiaberge su “Il Sole 24 Ore”, recensendo il nuovo scritto di Mauro Tarchi – il libro dà valore alla irritazione che tutti cominciamo ad avvertire, verso una forma di adesione acritica al modello statunitense e alla politica di Washington che sconfina nel dogmatismo e nel furore religioso e pertanto ha ormai ben poco di liberale. Se è giusto, dopo l’11 settembre, sentirci un po’ tutti americani (come ora, dopo l’11 marzo, tutti spagnoli) nessuno ci ha tolto il diritto di non dirci texani”.

E’ un pamphlet, questo nuovo libro di Mauro Tarchi, di cui consigliamo a tutti la lettura. Perché non ci sembra affatto vero – come scrive Riccardo Chiamberge nella recensione di cui sopra – che l’autore si abbandoni ad “una certa vena vittimistica” che lo assocerebbe “a buona parte della intellighenzia europea”. Ha invece ragione il citato Wim Wenders “secondo cui gli Stati Uniti <<ci hanno colonizzato l’anima>>”.

Cos’altro di diverso sta accadendo se non questa “colonizzazione?”

E almeno – ma secondo noi c’è molto, davvero molto di più davvero, il libro di Marco Tarchi (“Contro Americanismo” – pgg. 204 – Edizione Laterza – 14,00 Euro) ci pone con ricchezza di spunti polemici (ma anche di documentazione attualissima) quali sono i veri termini del drammatico problema che dobbiamo “sfidare” non solo come italiani e come europei ma come uomini dotati di anima e di spirito. Mentre, come scrive appunto Tarchi, avanza “il desiderio di fare terra bruciata intorno al prototipo di civiltà consacrata dal <<pensiero unico>> liberale e di scomunicarne le alternative…”.

(P.R.)