Mikaeli Mantakas martire europeo


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Mikaeli Mantakas era un giovane greco giunto a Roma all’inizio degli anni settanta per frequentare “ La Sapienza ”. Aderì subito al FUAN, condividendo i valori di Tradizione europea. Morì il ventotto Febbraio del 1975 in piazza Risorgimento colpito a morte da un colpo d’arma da fuoco. Chi lo uccise e perché? Bisogna fare un passo indietro e partire da un’altra data tragica per la destra italiana del dopoguerra: la strage di Primavalle. Alle tre di notte del 16 Aprile 1973 in un appartamento di Via Bibbiena a Primavalle dormono tutti i membri della famiglia Mattei. Il capofamiglia Mario, che era il segretario della sezione missina del quartiere, la moglie e i sei figli. Un improvviso incendio li sveglia, si mettono in salvo in sei; per due dei figli di Mario non ci sarà nulla da fare, Virgilio (22 anni) e il piccolo Stefano (10 anni) tenteranno di uscire dal balcone, ma sarà troppo tardi…. Moriranno carbonizzati. L’incendio è doloso, qualcuno ha fatto passare della benzina sotto la porta della casa Mattei e poi ha appiccato il fuoco. I responsabili vengono individuati, sono Achille Lollo (in casa gli vengono trovati elenchi dettagliati dei missini romani con i loro indirizzi), Marino Clavo e Manlio Grillo, tutti e tre comunisti di Potere Operaio. Il processo comincia il 24 febbraio 1975, in un clima di dure violenze, infatti l’ultrasinistra non accettò mai l’intollerabile processo all’antifascismo e al grido di “Achille Lollo c’è l’ha insegnato uccidere un fascista non è reato” attaccano il Palazzo di Giustizia a Piazzale Clodio. Respinti per 4 giorni dalle forze dell’ordine decidono di scaricare la loro violenza proletaria su un bersaglio più facile e così raggiungono la vicina sezione del MSI di Via Ottaviano. In difesa della sezione si alternavano, dall’inizio del processo Lollo, i giovani missini che , in numero assai inferiore, non poterono che ripiegare negli angusti locali della sede. Prima di ciò, però, alcuni colpi d’arma da fuoco esplosi dai comunisti investirono in pieno MIKIS MANTAKAS colpendolo a morte. Alle 18,45, dopo poche ore dall’assalto, il cuore di Mikis cessò di battere.  Dal momento della sua morte per i missini romani piazza Risorgimento, ( adiacente a Via Ottaviano), diventerà “Piazza Mantakas”, come ricordano le scritte sui muri, i fiori e i manifesti con la croce celtica che ricompaiono a ogni anniversario: “GLI ESEMPI NON POSSONO MORIRE, NEL TUO SANGUE UN GERMOGLIO DI LIBERTA’, NEL TUO NOME AVANZA LA RIVOLUZIONE. ONORE AL CAMERATA MANTAKAS.” I responsabili materiali dell’omicidio sono Alvaro Lojacono (ex Potere Operaio, allora dell’Autonomia romana poi figura non marginale delle Brigate Rosse) e Fabrizio Panzieri (extraparlamentare di sinistra poi confluito nelle Unità comuniste combattenti). Dopo essersi resi latitanti saranno entrambi condannati in contumacia. Oggi a più di 25 anni dalla morte di Mikis la latitanza di Lojacono si è interrotta in un villaggio vacanze in Corsica, quando è stato arrestato dalla polizia francese. Per questo noi chiediamo al Governo italiano l’immediata estradizione per l’aguzzino Lojacono