Da Nazione a Paesaccio

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Sempre peggio la criminalità.

E non diciamo soltanto perché aumenta e cresce quantitativamente ogni giorno ma perchè è, appunto, sempre peggio; nel senso di “peggiore”, più feroce, più squallida, più disumana. Ed è anche così, molto più per effetto delle cosiddette riforme e della “ingegneria costituzionale”, è anche e soprattutto così che da Nazione si diventa una specie di Paesaccio sgangherato, con tratti e contenuti del peggiore Terzo Mondo.

Ma, almeno, lì c’è la miseria, c’è la povertà, non a giustificare ma in gran parte a spiegare quello che vi accade mentre qua da noi le ricchezze non mancano; e, comunque, non manca un “retroterra” di tradizioni civili e culturali, che sembrava solidissimo e che adesso, invece, mostra segni preoccupanti di sfaldamento.

Guardiamole una accanto all’altra, le notizie sulle criminalità che si sono succedute in pochi giorni, in poche ore.

A Roma – dove sa anni stanno rubando anche le monetine gettate dai turisti a Fontana di Trevi – salta fuori una specie di “anagrafe parallela” e vengono arrestati 5 funzionari dell’Anagrafe capitolina e 3 vigili urbani, insieme ad altre 128 persone coinvolte a vario titolo. E’ uno scandalo clamoroso perché durava da chissà quanto tempo ed ha immesso sul “mercato” falsi riconoscimenti di paternità e documenti con generalità fittizie. Qualche “operazione” rendeva 20.000 Euro a caso; il fatturato totale non è stato quantificato e forse non si riuscirà mai a precisarlo, ma si tratta – secondo le prime rilevazioni – di “almeno” un centinaio di miliardi di vecchie lire. Con assoluta irresponsabilità gli autori dei falsi permettevano l’uso delle carte anche a latitanti che sono espatriati. A dicembre a centinaia…

E poi ci sono le malefatte ai danni dei bambini, dei neonati, anche qui è un crescendo impressionante di casi e un “incattivimento” che fa spavento. Bimbi torturati, seviziati, violentati bruciati nell’acqua bollente. Non si era mai visto niente del genere nella “storia” della criminalità del nostro Paese; dove – sempre- i reati a danno dei minori e dei più piccoli erano quasi una rarità, ed effettuati sempre da maniaci e pazzi.

Anche il territorio è allo sfascio, come tutta la cosiddetta società civile del nostro Paese. Le piogge autunnali “devastano” Roma, e mezza Italia; e nessuno paga per quello che accade e che provoca – come ogni anno, dal resto, e orami da molti anni – danni per migliaia di miliardi di vecchie lire, che in gran parte piombano sulle spalle dei privati. Ricordiamo che anni fa, tanto tempo fa, su un nostro giornale facemmo un titolo sarcastico sul fiume Marta – un piccolo corso d’acqua del Viterbese, sconosciuto all’universo mondo – che invece sembrava diventato Nilo e Mississipi per i danni che causava. E’ ancora lì, il “fiume” Marta; anche l’altro giorno è straripato, costringendo centinaia di famiglie all’evacuazione nottetempo, interrompendo la ferrovia Roma-Genova e, per frane, l’Aurelia bis; bloccate – scrivono i giornali- anche le provinciali Tuscanense e Tarquiniense “trasformate dalla pioggia in veri e propri torrenti”.

Frattanto, oltre all’Anagrafe fasulla – per inquisirla si sta lavorando dal 18 mesi – la polizia stradale di Roma ha scoperto un centro di falsi per patenti di guida, permessi di soggiorno e visti per passaporti “ da vendere ad immigrati clandestini”, che provenivano dall’Emilia – Romana e dalla toscana. Tanto per cominciare, otto arrestati.

E ancora, da sottolineare anche questo dato di fatto: la “novità” rappresentata da una criminalità finanziaria sempre più massiccia, almeno a giudicare dalle accuse delle Procure.

C’è una nuova inchiesta, ad esempio, sulle “immobiliari di Fiorani”. Ecco di cosa si tratterebbe:

“Una rete di oltre cento società immobiliari. Un giro di affari da 500 milioni di euro. E soprattutto la testimonianza di un “pentito” che chiama in causa Gianpiero Fiorani. Intorno al banchiere lodigiano ruoterebbe una rete di società specializzate in operazioni immobiliari (soprattutto in Lombardia e Liguria) su cui la Procura milanese sta indagando. Non solo: i PM hanno individuato anche un nutrito gruppo di società inattive, con un patrimonio di poche migliaia di euro, ma capaci di ottenere da Lodi fidi per decine di milioni di euro. Denaro prestato dalla banca senza pretendere troppe garanzie. L’indagine è nata come un filone di Antonveneta, ma ormai, di fatto, è un’altra inchiesta. Oggetto: l’impero immobi­liare di Fiorani. O meglio, la galassia di società a lui collegate. Gli amministrato­ri infatti sono sempre gli stessi. Di più, le società sono frutto di partecipazioni incrociate e sono in qualche modo legate alla Banca Popolare di Lodi….”

“In Liguria gli immobiliaristi contano su un imprenditore di fiducia, Pietro Pe­sce di Cogoleto, e sull’avvocato genove­se Sergio Bianchi. Gli investigatori mila­nesi sono stati richiamati in Riviera da un’indagine per abusi edilizi ed evasione fiscale sui guadagni derivati dalla vendita di 260 box a Celle Ligure (milioni di euro fuori busta). Soldi che la Finanza sospetta siano stati ritirati da un emissario legato al gruppo d’affari lodigiano”

P. R.

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