Nelle dolomiti bellunesi c’è “Il Parco che cammina”

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Davvero una forza della natura le Dolomiti bellunesi: nella zona, sono state censite 1.400 specie vegetali; un quarto di quelle nazionali!

Leggiamo su “Qui Touring”: L’impatto è di quelli che lasciano a bocca aperta. Se un sito web è in qualche modo indicativo dell’efficienza e dell’organizzazione di una struttura, allora il parco delle Dolomiti Bellunesi supera ogni record. Cliccare per credere: pagine e pagine di informazioni dettagliate, contatti skype, download di delibere e disciplinari, traduzioni in 17 lingue (persino in arabo e in cinese!). “Vogliamo rendere il parco una casa di vetro ” racconta il direttore. Nino Martino. “Nessun segreto né per i turisti né per gli abitanti. Il nostro è il sito più visitato tra quelli dei parchi nazionali italiani: siamo secondi solo a www.parks.it”. E non c’è da stupirsene, vista la qualità del prodotto ma anche le attrattive del territorio, un’ampia area dolomitica alle spalle di Feltre e Belluno, che spesso passa in secondo piano rispetto alle montagne trentine e altoatesine. “Prima del 1993, erano in pochi a conoscerci” continua Martino. “Il parco ha avuto una funzione importante per la promozione del territorio. E per festeggiare i nostri primi 1 5 anni, il 12 luglio inauguriamo il giardino botanico Campanula morettiana, nella valle del Mis, dedicato soprattutto a chi non può vedere i nostri bellissimi fiori dal vivo”. Altro segnale di un parco che cammina: il giardino è pensato per essere usufruito da persone con qualsiasi disabilita, sia essa motoria o visiva, una prima assoluta per un parco italiano. “Entro la fine dell’anno inaugureremo un centro culturale a Belluno, dedicato a Piero Rossi, amico di Dino Buzzati, che volle fortemente il l’arco. Sarà un vero e proprio caffè letterario, una sorta di piazza al coperto per mostrare alla gente che non esiste iato tra cultura e natura’. Ancora, altri progetti: la reintroduzione del gipeto e dello stambecco, dopo quella della marmotta, avvenuta con grande successo. Ma la gente, come reagisce? “E sempre difficile legare gli abitanti al parco” spiega Martino, “ma l’esperienza degli ultimi anni fa ben sperare, considerando che addirittura duecento aziende nel territorio dei comuni del parco hanno aderito alla carta qualità che abbiamo proposto, sottoscrivendo un contratto per autolimitare il loro impatto ambientale”. Detto questo (ma molto altro si potrebbe ancora dire) non resta che partire per le montagne bellunesi, splendide nella loro aspra solitudine. “Invito tutti a scoprire il silenzio delle nostre vette’ conclude Martino. “Spesso i turisti si fermano solo ai catini del Brenton e nella valle del Mis. Ma abbiamo tanto altro da offrire: dalle miniere di valle Impenna ai pianori d’alta quota. Magari bisogna scarpinare un pò , ma la soddisfazione è impagabile”. Sul web, naturalmente, tutti i sentieri passo per passo.

Qualche libro per l’estate.
Per chi vuole capire un po’ di più di quello che succede sulle nostre montagne, Noi Alpi!, il terzo rapporto sullo stato delle Alpi della Cipra (Cda&Vivalda, 24,90 euro). Per chi vuole scoprire un’altra faccia della Toscana, Viaggio nella Toscana dei parchi di Giulio lelardi (Ets, 14 euro): un’inchiesta on the road, incontrando chi lavora nelle aree protette della regione. Per chi vuole saperne di più, ma senza parole difficili, sullo stato di salute del pianeta Terra, La scomparsa delle api di Sylvie Coyaud (Mondadori, 15 euro).

Come si arriva
Principali città d’ingresso al parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi (tei. 0439.3328; www.dolomiti park.it) per chi viene da sud sono Belluno e Feltre. Centri visitatori a Pedavena, nel Feltrino, e a valle Impenna, nell’Agordino. Sentieri natura in vai Falcina, lungo la valle del Mis, e in vai di Canzoi (due delle tre valli percorribili anche in auto). Molti altri suggerimenti sul sito del parco.

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