Niente mele-antimedico 6 su 10 sono inquinate


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Una mela al giorno non “toglie (più) il medico di torno”. Perchè 6 mele su 10 sono inquinate da fitofarmaci come rivela l’annuale Rapporto di Legambiente: Pesticidi nel piatto. Ecco i dati, in dettaglio:

Solo la metà dei campioni di frutta (54%) – spiegano nel dossier — è esente da residui di pesticidi, mentre i campioni decisamente irregolari si attestano sull’1,7%. Eclatante è il caso, come detto, delle mele, frutto associato tradizionalmente alla salute, di cui solo il 39% è esente da pesticidi; il 30% dei campioni analizzati presenta più di un principio attivo e addirittura il 3,6% risulta irregolare. Su 253 campioni di uva analizzati poi, 3 risultano irregolari (1,2%), 80 regolari senza residuo (31,6%), 53 regolari con un residuo (21%) e ben 117 (pari al 46,2%) contaminati da più di un residuo.

Anche il 20% dei prodotti derivati risulta contaminato da uno o più principi attivi: un dato particolarmerrte significativo se si pensa che tra questi compaiono proprio quei prodotti tipici del made in Italy (come l’olio e il vino) e alcuni tra gli alimenti preferiti dai bambini come succhi di frutta e omogeneizzati. Oltre l’84% delle verdure analizzate risulta, invece, regolare e privo di residui chimici, il 15% presenta uno o più residui e l’1 % è proprio irregolare.

«Il costante anche se lento miglioramento dei dati – ha dichiarato Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente – conferma la validità delle nostre battaglie a favore di un’agricoltura di qualità, il più possibile sana, stagionale e legata al territorio. Purtroppo aumentano anche le evidenze scientifiche dei danni all’ambiente e all’organismo umano causati dall’abuso o uso improprio dei pesticidi. Per questo abbiamo voluto allargare la presentazione del dossier ai rappresentanti degli apicoltori – preoccupati per l’aumento del fenomeno della moria delle api, principali indicatori degli squilibri ambientali – e dell’associazione italiana endometriosi che da tempo denunciano i collegamenti sempre più evidenti tra la presenza di pesticidi e la diffusione di questa malattia che in Italia interessa il 4% dei 10.000 ricoveri femminili annui». In generale, la percentuale dei campioni irregolari di prodotti ortofrutticoli (cioè fuori legge per superamento dei limiti di concentrazione di residuo chimico o per uso di pesticidi non autorizzati) rimane invariata rispetto allo scorso anno (1,3%), e i campioni con più di un residuo diminuiscono leggermente (con un calo del 1.7 % rispetto alle percentuali dell’indagine del 2006).

Nel dettaglio, i campioni di prodotti ortofrutticoli e derivati analizzati nel corso del 2006 dai laboratori pubblici provinciali o regionali sono 10.493, con un aumento delle analisi effettuate pari a ben il 13% in più rispetto all’anno precedente. Anche quest’anno, risulta molto vario il comportamento delle regioni rispetto al numero di analisi effettuate e ai principi attivi ricercati, con il Molise che dichiara proprio di non svolgere le analisi. Va sottolineato – conclude Legambiente – che la normativa vigente non considera ancora la questione del multiresiduo: la presenza contemporanea, entro i limiti di legge, di più principi attivi su uno stesso prodotto. In Toscana è stato trovato un campione di pesche con 6 residui, ma è anche qui da segnalare il caso dell’uva, con diversi campioni contaminati da 5 pesticidi. Le analisi della provincia di Bolzano evidenziano 5 mele di provenienza locale con 5 residui e – ancora una volta – un campione di uva nera pugliese con 6 principi attivi. Stesso trend per le analisi condotte in Lombardia con due campioni di pere e uno di uva – tutti di origine italiana – con residui di 5 pesticidi diversi.