Nozze addio e ogni 4 minuti una coppia "si sfascia"


[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Dalla Francia agli Stati Uniti la coppia è in crisi. Oltr’Alpe sono sempre di piu’ gli utra50enni che divorziano. 92.000 nel 2004; il doppio rispetto a 10 anni fa. Oltre Atlantico, le coppie sposate sono meno di quelle di fatto o divorziate.

Altre cifre e curiosità: è Cipro la nazione europea in cui ci si sposa di più, con 14,5 matrimoni ogni mille abitanti. Decisamente più bassa l’incidenza negli altri paesi visto che mediamente in Europa il dato è pari a 4,9 matrimoni ogni mille abitanti. A segnare il primato negativo è la Slovenia, con sole 3,5 nozze ogni 1.000 abitanti. L’Italia è in posizione intermedia (con 4,3). Quanto all’età, gli sposi più giovani al primo matrimonio sono i lituani (25 anni), seguiti da polacchi, romeni (con 25,4 anni), lettoni, sloveni e slovacchi (25,7 anni). Sul fronte opposto, gli sposi più tardivi vivono in Svezia (31,3 anni) e in Danimarca (30,7); seguite da Grecia, Francia (29,2 anni) e Spagna (29,1). In Italia, l’età media al matrimonio tra il 2000 e il 2002 (periodo cui è riferito il confronto) era di 29,9 anni. Un dato superiore all’età media dei 15 Paesi dell’Unione europea (28,9 anni) e a quella dell’Europa a 25 (28,4 anni). Estonia, Lettonia e Repubblica Ceca registrano il più alto tasso di divorzi in Europa (3,1 ogni 1.000 abitanti). Irlanda e Italia, entrambi paesi con una forte tradizione cattolica, registrano invece i valori più bassi (0,7 divorzi ogni mille abitanti). Di poco superiore il dato che riguarda Spagna, Croazia e Grecia (1 divorzio ogni mille abitanti). (ANSA)

E in Italia?
“Nozze addio” hanno titolato molti giornali. Perchè sono sempre di meno. E non basta: ogni 4 minuti una coppia “scoppia”. In sintesi, abbiamo: in Italia ci sono un divorzio o una separazione ogni quattro minuti. E ci si sposa meno. Lo rivela l’ultimo rapporto Eures sul matrimonio, “Finché vita non ci separi”. L’indagine conferma la costante crescita dell’età media degli sposi (salita in 3 decenni di 7 anni tra gli uomini e di oltre 5 tra le donne) e rivela un aumento di unioni civili, seconde nozze e coniugi stranieri.

Negli ultimi 30 anni i matrimoni sono diminuiti costantemente (del 32,4%, 1’1,1% in meno all’anno), passando da 373.784 nel 1975 a 250.974 nel 2005. Ci si sposa ancora di più al Sud, dove nel 2005 ci sono state 4,5 unioni ogni 1.000 abitanti, rispetto alle 4,6 del Centro e alle 3,8 del Nord. Napoli è la provincia d’Italia in cui ci sono più nuove nozze. In seconda posizione si piazzano Crotone e Roma. Ma la Capitale beneficia anche degli effetti del “turismo matrimoniale”, perché sempre più coppie non residenti la scelgono per pronunciare il famoso “sì”. Aumenta invece l’età in cui ci si sposa. Nel 2006 lo sposo ha in media 33,7 anni (7 in più che nel 1975), la sposa 30,6 (5 in più).

Sud sempre più “separato” II boom di separazioni “e divorzi riguarda soprattutto il Sud. In generale, negli ultimi 3 decenni le separazioni sono aumentate del 300%. Ma bisogna considerare che la legge sul divorzio è del 1974; Dal 1995 al 2004, invece, le separazioni sono aumentate del 59% e i divorzi del 66,8%. Nel 2004 sono entrambi stati oltre 128 mila cioè 352 sentenze al giorno, più di una ogni 4 minuti. Significa che ogni 100 coppie che si sono sposate, altre 51,2 si sono divise. La crisi arriva di solito tra il terzo e il quinto anno, è definitiva e avviene perché i coniugi realizzano di essere incompatibili.

Una su tre lo fa in municipio crescono invece i matrimoni civili. Nel 1975 nove coppie su dieci sceglievano il rito religioso. Trent’anni più tardi lo fanno poco più di sei su dieci. Le unioni celebrate con rito civile salgono invece al massimo storico nel 2005 con il 32,4%, un terzo del totale. Ed è nelle regioni del Nord che sono più frequenti (il 43,7%). Quelli che ci riprovano. Gli italiani, comunque, rimangono affezionati al matrimonio, visto che sempre più divorziati tornano a dire “sì” in seconde nozze. Che passano dal 2,9% del totale nel 1975 al 7,1% nel 2003. Le donne, però, sono più restie degli uomini a contrarre un secondo matrimonio. E diminuiscono i nuovi matrimoni tra i vedovi. L’età media in cui ci si risposa è 45 anni (questi i dati nel 2003).

Straniero è bello. Sempre più spesso (nel 10,5% dei casi) uno dei nuovi coniugi è straniero. Nel 1995 la percentuale era solo del 4,3%. I matrimoni internazionali sono molto più diffusi al Centro e al Nord e per lo più celebrati tra uomini italiani e donne straniere. Resistono 8 coppie su 10. Le coppie sposate negli anni Settanta e Ottanta in gran parte resistono ancora. Meno di 15 matrimoni ogni 100 si sono chiusi con la separazione, rivelando che l’istituzione tiene ancora. È più facile lasciarsi per chi si è unito con rito civile. I matrimoni religiosi (basati sull’idea che è un sacramento indissolubile), invece, registrano una incidenza di divorzi decisamente inferiore. Premunirsi è meglio Ma i novelli sposi seguono sempre più spesso la regola della prudenza. E scelgono nella maggior parte dei casi il regime di separazione dei beni. Nel 2003 (ultimo dato disponibile) i matrimoni di questo tipo hanno raggiunto il 54,3%, a fronte del 45,7% di quelli celebrati in comunione, con una vera e propria inversione di tendenza rispetto al valore del 1995. Al Nord sono molto più frequenti che al Sud, dove rimangono ancora prevalenti quelli in regime di comunione dei beni (sono il 54,6%). Ma la crescita delle separazioni dei beni è più consistente proprio al Meridione, con oltre 12 punti percentuali in più tra il 1998 e il 2003.

Pino Rauti