oltremedianews.com - Pino Rauti. Il fascista al servizio del potere


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Ritratto di un uomo legato alle vicende più oscure della storia italiana recenti. Un politico di professione che è sempre rimasto legato ai poteri forti. Nazista, prima ancora che fascista, fautore del terrorismo internazionale, protagonista della “strategia della tensione”.Al di là dei soliti cori di encomio che si alzano nel momento della morte scopriamo chi è stato e cosa ha fatto realmente Pino Rauti

Tutti moriremo democristiani, diceva Andreotti. Rauti non è morto democristiano ma c’è andato vicino. Una vita da fascista, da “appestato, da pecora nera” come diceva lui stesso, ma pronto al compromesso quando serviva. Fermamente contrario alla svolta di Fiuggi voluta dai finiani, perché conscio che avrebbe significato la sua definitiva estromissione dal partito “che conta”, Rauti si fece promotore di una destra sociale, estremista, anti berlusconiana, salvo poi fare dietrofront dinanzi alla doppia offerta del cavaliere, una “pubblica” per le elezioni regionali del 2005, in cui le briciole di MSI rimaste in mano di Rauti raggiunsero lo 0,5% in coalizione con il PDL. L’altra offerta, quella “privata”, riguardava la figlia di Rauti, Isabella, moglie di Alemanno, che abbandonato il partito di papà dopo una lunga militanza viene eletta alla regione Lazio nelle file del PDL. Fascisti vecchi e nuovi che si riciclano, ma il puzzo di olio di ricino gli resta addosso.

Evitando i soliti servizi “coccodrillo” che celebrano la vita del de cuius nascondendo le parti in ombra, per Rauti sono proprio le parti “oscure” che segnano gran parte della sua vita. Neofascista della primissima ora, subito dopo l’avvento della repubblica si impegna a ricostruire l’estrema destra sia istituzionale con l’MSI nel 1946, sia d’azione con la rifondazione, agli inizi degli anni 50, dei FAR (Fasci di azione rivoluzionaria). I FAR erano la destra estrema dell’estrema destra italiana. Filonazisti dichiarati si distinsero durante la loro breve vita per due attentati, uno al Ministero degli Esteri ed uno all’Ambasciata Americana di Roma, entrambi nel 1951. Nel relativo processo per i due attentati gli appartenenti ai FAR furono tutti condannati. Tutti tranne tre: Evola, Erra e Pino Rauti. Ma Rauti non si arrende. Nel 1954 l’MSI elegge sui rappresentanti in Parlamento e Rauti, tramite gli appoggi istituzionali dei c.d. fascisti in doppiopetto, organizza, nel 1965, un convegno all’Hotel Parco dei Principi di Roma sulla “guerra rivoluzionaria” a cui partecipano estremisti di destra, alte cariche istituzionali e membri dell’elite dell’esercito. Tema del congresso, introdotto proprio dalla relazione di Rauti, è “come arrestare l’avanzata comunista nell’occidente”. Questa iniziativa è stata indicata, dagli storici nonché dalla Commissione Stragi del senato, come l’inizio della “strategia della tensione” che perseguiterà l’Italia fino agli anni 90. Punta avanzata della “strategia” era proprio l’organizzazione fondata da Rauti dopo il congresso: Ordine Nuovo. Tale sigla è stata responsabile a vari eventi di matrice terroristica, e condannata per l’omicidio del giudice Occorsio e la strage di Peteano di Sagrado. Rauti, parimenti, fu indagato per le stragi di Piazza Fontana a Milano e Piazza della Loggia a Brescia, ma fu sempre assolto, pur se, Rauti stesso si rivendicava “la responsabilità morale delle stragi”. Contemporaneamente Rauti intesseva rapporti con l’estero. Nel 1968 insieme ad altri esponenti di ON prese parte ad un viaggio nelle Grecia dei colonnelli per apprendere “le tecniche di infiltrazione nel governo”, viaggio finanziato dal governo greco a sua volta appoggiato dagli Stati Uniti (fonte il report della Commissione stragi del Senato). La pista del terrorismo anti comunista internazionale è confermata nel 1974 quando, in seguito alla rivoluzione dei garofani, viene scoperta in Portogallo L’Aginter Press, un’organizzazione internazionale di stampo nazi-fascista legata alla rete anticomunista della NATO Stay Behind, e coperta dalla dittatura di Salazar, tra i responsabili dell’organizzazione in Italia spiccava il nome di Rauti (fonte l’inchiesta del Governo portoghese su Aginter Press).

Rauti il mestiere del “tessitore di fili” lo sapeva fare bene. Se fomentava i giovani neo fascisti all’odio verso le istituzioni e gli americani (sua invenzione furono i campi Hobbit, luogo di ritrovo per la gioventù fascista), dall’altra era proprio dalle istituzioni americanizzate dell’Italia degli anni 70 che prendeva i finanziamenti per portare avanti le sue organizzazioni. Sciolto ON nel 1974, su sentenza del tribunale di Roma che riconobbe il reato di “ricostruzione del disciolto partito fascista”, Rauti continuò la sua carriera nell’MSI venendo eletto in parlamento dal 1972 al 1994. La caduta del comunismo, la fine della “strategia della tensione” e la nascita di AN mettono da parte il grande vecchio della destra italiana. Ma da abile politicante Rauti sa coltivare il suo orticello, e così, come aveva flirtato con gli americani pur definendosi antiamericano, si lega a Berlusconi pur definendosi antiliberista e anticapitalista, tanto da definire il cavaliere “il vero leader dei neofascisti europei”. Il che è tutto dire! Comunque Rauti sopravvive sistemando anche la figlia  soprattutto il genero, Alemanno, rautiano della prima ora.

Ecco chi è stato Pino Rauti, non “la destra intelligente” come lo definì D’Alema, ma rappresentante del più bieco fascismo, degli impicci del palazzo, dei poteri occulti che hanno dilaniato la storia italiana del dopoguerra fomentando l’odio politico. Nell’ora della morte, come sempre, si alzano le voci di encomio nei confronti del defunto, e Fini dichiara che Rauti è stato “testimone degli ideali della nazione”. Concordiamo con Fini, se per nazione si intende Piazza Fontana, Piazza della Loggia, l’uccisione di Vittorio Occorsio, la strage di Peteano di Sagrado, e tutto ciò che è derivato dalla repressione degli anni 70 di cui Rauti è stato degno rappresentante.

Antonio Siniscalchi

[Fonte: www.oltremedianews.com]