Ospedali nel caos e cinesi all’Esquilino

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Bisogna “memorizzarle” le pagine e le cronache della Mala – Italia, di questo Paese in crisi e in declino; occorre metterle a registro nel nostro Sito, che vuole anche essere una fotografia aggiornata della difficile situazione che sta vivendo la nostra comunità nazionale.

E fa specie, in questi giorni di fine inverno la crisi degli ospedali nei centri maggiori e specialmente a Roma ma con casi drammatici anche in Puglia e in Sicilia. Lo scenario è lo stesso: il tutto esaurito in terapia intensiva sicché – come leggiamo nelle cronache dei giornali – “bisogna sempre sperare che qualcun altro muoia”. E prendere rapidamente il suo posto prima che altri vi precedano, magari “raccomandati”. E, ancora, i giornali, scrivono di pazienti “trasportati come pacchi da città a città, ore e giorni di calvario..”. E di attese infinite….

Ci sono stati morti, a causa di questa situazione – che non trova riscontro, sulla base di quanto leggiamo sulla stampa straniera, in nessun altro Paese dell’Unione Europea – ; ce ne sono stati presso Roma, a Licata in Sicilia e in Puglia. A Licata – per un pensionato di 64 anni morto dopo che per più di dodici ore non si era riusciti a trovare un letto benché lo si cercasse in tutta l’Isola e anche più a Nord – sono intervenuti a vuoto perfino i Carabinieri.

Ma c’è anche un altro aspetto della situazione che vogliamo sottolineare. Anche perché riguarda quella Roma della quale il Sindaco Veltroni si presenta come un ottimo”gestore” ma che invece proprio a causa della sua gestione sta diventando tutta un’enorme suburra. Con tutti i monumenti antichi illuminati, certo; e con manifestazioni che fanno scena e spettacolo e compiacente udienza televisiva ad opera della Sinistra lì ancora egemone ma che, in quanto a gestione dei problemi concreti è un autentico disastro, come documentano perfino le cronache di quei giornali, come “Repubblica” di Veltroni cantano le lodi ad ogni occasione nelle pagine nazionali ma che poi in quelle di cronaca, non possono ignorare la realtà. Ed ecco la realtà che è venuta fuori l’altro giorno all’Esquilino e che è stata resa nota anche da “Repubblica”: il pizzo della Triade, come precisa Marino Bisso; con cinquantamila euro al mese fatti pagare ai commercianti e che ha dato luogo ad un’inchiesta che “parte” già con una denuncia di indagati. Ci sono stati anche “sequestri di persona per imporre i pagamenti” ma siccome c’è di mezzo perfino un omicidio, risulta “difficile rassicurare le vittime e convincerle a denunciare gli aguzzini”.

E’ una faida terribile fra i cinesi – sotto molti aspetti simile a quella che si sta combattendo tra bande camorriste a Napoli – ma sta di fatto che al Campidoglio, al Comune di Veltroni, per anni non si è fatto niente per evitare che la situazione arrivasse a questi estremi drammatici; anzi si è fatta una bandiera del permissivismo bonario e monista verso l’immigrazione straniera, anche quella illegale. Adesso leggiamo che in quel quartiere – proprio per effetto della politica seguita ed anzi imposta dall’amministrazione di Veltroni, si è radicata una <<piovra gialla>> che si arricchisce con il raket; non solo, si arricchisce anche “con il traffico di clandestini e con lo sfruttamento dei ragazze che, oltre a essere ridotte in condizioni di schiavitù nei vari laboratori abusivi, vengono avviate al mercato “della prostituzione”.

“Tutti “affari” che portano nelle casse della Triade milioni di euro e sui quali Veltroni e i suoi hanno chiuso gli occhi per anni. Adesso leggiamo che “sull’allarme mafia nella Chinatown romana sta indagando da tempo il pool dell’ Antimafia, coordinata dal procuratore aggiunto Italo Ormanni. Nel mirino dei carabinieri del nucleo operativo, diretto dal colonnello Giovanni Arcangioli, è finita una banda specializzata in estorsioni a connazionali…

La “cosca gialla” per mesi ha terrorizzato imprenditori e negozi dalle lanterne rosse cercando di imporre con violenze e minacce la legge del “pizzo” . Per gli investigatori non è stato facile mettersi sulle tracce dei membri dell’organizzazione…”.

Pino Rauti

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