Paese sgangherato che pullula di criminali


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Una volta – e non era poi tanto tempo fa – tutti usavano ricorrere ad una “divaricazione” che, a tutti, appariva chiarissima: quella tra Paese legale e Paese “reale”; e quest’ultimo divenuto in seguito “società civile”.

Adesso non piu’.
L’Italia continua ad essere sgangherata quanto a funzionamento ma il Paese reale è diventato preda di un inquietante malcostume; percè pullula di criminali, ladri e intrallazzatori.

Caso recente – e sotto molti aspetti piu’ che sintomatico addirittura “emblematico” per i molti fattori negativi che vede intrecciati – è quello scoperto a Roma da un’inchiesta della Guardia di Finanza sul versante degli appalti pubblici.

Scrive aolo Bragi su “Corriere della Sera” :”Hanno vinto appalti di pulizie, trasporti e ristrutturazioni edili con enti pubblici, presso strutture ministeriali, aziende sanitarie locali e perfino uffici giudiziari. Poi ci hanno mandato i loro lavoratori, tutti rigorosamente non in regola, tra edili totalmente al nero (ne sono stati individuati 70, per lo più immigrati dell’est con molti rumeni) e un’altra consistente quota (180 addetti di varia competenza) mascherata sotto contratti di collaborazione occasionale. Per mostrarsi in regola avevano perfino contraffatto bollettini di contributi previdenziali mai pagati. Lavoro nero ed evasione fiscale, la regola, per quattro imprese di Villanova di Guidonia, Tivoli e Roma, specializzate in pulizie, trasporti e lavori edili, operative tra i comuni lungo la Tiburtina, il centro di Roma (dal Celio ad altre zone della Capitale) e anche regioni vicine come la Campania. Un fatturato da 10 milioni di euro, con un’evasione fiscale” massiccia-(sui 400 mila euro) e con srl amministrate da prestanome ultrasettantenni “…

Ci sono voluti tre mesi d’indagine serrata per il Primo gruppo della Guardia di Finanza di Roma e per le «fiamme gialle» di Tivoli guidate dal capitano Cosmo Virgilio, ma alla fine l’operazione di contrasto all’evasione e al lavoro nero ha permesso di stanare quattro grossi vivai di illegalità e denunciare i cinque «reali» titolari d’impresa, accusati di evasione fiscale, omessi versamenti e utilizzazione di atti falsificati. Già, perché, per mostrarsi in regola con gli enti committenti, alcune imprese “non hanno esitato a falsificare bollettini di versamento dei contributi esibendo cedolini totalmente fasulli agli organi di controllo degli enti pubblici”.