Le piante e le foglie aiutano a curarci?


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“Non si tratta di fitoterapia” – così esordisce Monica Melotti in un articolo pubblicato di recente sul supplemento settimanale di “Repubblica delle Donne”. Non è fitoterapia ma “l’emissione elettromagnetica” delle piante.

Secondo la tecnica del “Bioenergetic Landscape” alcune piante generano campi elettromagnetici che influiscono in modo positivo sui vari organi dell’uomo, e se collocate secondo precisi schemi possono creare dei veri e propri giardini terapeutici. «La tecnica si basa sull’elettromagnetismo e le piante ne sono una notevole sorgente», spiega Marco Nieri, ecodesigner di Bologna che, grazie alla collaborazione col professor Walter Kunnen di Anversa (uno dei primi ricercatori in questo campo), del giardinaggio ha fatto una scienza. «Bisogna però individuare le piante più adatte e collocarle in punti strategici in modo che possano diffondere i loro effetti positivi interagendo con alcune correnti dell’elettromagnetismo naturale. Per individuare questi percorsi e la esatta collocazione delle piante si usa l’antenna Lecher,- leggiamo ancora nell’articolo della Melotti – uno strumento radiestesico molto perfezionato in grado di misurare le lunghezze d’onda biologica e la loro intensità, che ci aiuta a capire come le onde emesse dalle piante possano influire sugli organi e le funzioni della mente. Chi entra in un giardino bioenergetico, soprattutto se particolarmente sensibile ai campi elettromagnetici, percepisce subito una sensazione di benessere: «Non ci sono ancora prove scientifiche sulla validità della teoria, ma ogni essere umano produce un campo elettromagnetico ed è risaputo che il verde ha effetti benefici sulla psiche dei malati», spiega Aldo Zecchini D’Aulerio, docente di patologia vegetale alla facoltà di Agraria di Bologna che ha collaborato con Nieri. Ma quali sono le piante da mettere in un giardino terapeutico? «L’agrifoglio e la magnolia aiutano il sistema nervoso», risponde l’ecodesigner. «La rosa e l’alloro stimolano il sistema immunitario e rafforzano quello digestivo. Il tiglio e la quercia, invece, armonizzano il sistema cardiocircolatorio, mentre l’olivo aiuta quello linfatico. Piante malefiche? Il noce, il tasso e le ortensie sono disturbanti per il sistema nervoso, cardiocircolatorio e immunitario» .

Non tutti possono usufruire di un giardino personale. Che fare?

«Per collocare le piante in modo ottimale ci vogliono degli spazi ampi», risponde Nierì. Insomma per combattere lo stress e recuperare il benessere psicofisico ci vorrebbe almeno una terrazza”.

Secondo le regole indicate dalla “Bionergetic Landscapes” la progettazione non deve avvenire a caso “perché i campi elettromagnetici delle piante sono diversi tra loro e di conseguenza anche la loro collocazione segue schemi precisi.

In primo luogo si fa un’analisi dell’area per aver una precisa definizione planimetrica di particolari correnti elettromagnetiche naturali che l’attraversano. La rilevazione viene effettuata seguendo la metodologia di Walter Kunnen, che ha fondato nel 1960 il Centro Archibo Biologica di Anversa, il primo istituto di ricerche sulla biosfera e sulla bioenergetica. Grazie all’antenna Lecher e a moderne apparecchiature bioelettroniche, si può conoscere l’esatta influenza biologica del segnale elettromagnetico naturale e delle piante specifiche da utilizzare per creare, fino ad alcune decine di metri attorno, una risonanza positiva tra il magnetismo del luogo, delle piante e delle persone che ci passeggiano.