"Pino Rauti, la Destra della Tradizione e della socialità"


Pino-Rauti04030SOO

Il 2 Novembre del 2012, scompare una delle figure più carismatiche della Destra Europea del ‘900, Pino Rauti. La sua filosofia politica ha riferimenti ben precisi: la tradizione e la socializzazione, uno dei pochi capaci a far coesistere armonicamente il corporativismo e l’ esaltazione della civiltà occidentale, lo studio di Evola e Guenon con le teoria dell’alternativa corporativa di Sermonti e di Romualdi, l’amore per le analogie tra Magna Grecia e civiltà celtica. Uno dei pochi ad avere il coraggio delle proprie idee, tradizionali, ma, calate nella modernità. L’unico, tra i leader conclamati, capace di sospettare del liberalcapitalismo quando la parabola berlusconiana imperversava in ogni dove nel nostro Bel Paese. Fra i pochissimi a definire il concetto di Europa, sia nei suoi libri e sia nella sua creatura splendida, il giornale Linea che dirigeva con fierezza anche nei momenti più difficili. Chissà cosa penserebbe oggi Pino Rauti nel vedere sua figlia Isabella sottosegretario, chissà che gioia e che soddisfazione avrebbe espresso: proprio Isabella che raccoglie l’eredità culturale e ideale di un padre così geniale e così amorevole. Chi scrive ha avuto il privilegio di conoscerlo e di ammirare la sua visone degli scenari futuri: le battaglie contro il dissesto idro-geologico, sui salari di inserimento sociale, sugli aiuti umanitari per evitare le “deportazioni” delle immigrazioni, la bioetica, la tutela del patrimonio culturale e via discorrendo. Da grande giornalista quale era, aveva il dono della comunicazione e di un approccio aulico a temi complessi quali quello della globalizzazione e dello strapotere delle banche. Temi, tesi congressuali, analisi e comizi che proiettavano chi lo conosceva in una dimensione altra, non solo politica ma anche esistenziale. Ha fatto il deputato, il segretario del MSI, del MSI-Fiamma Tricolore, ha pagato per delitti mai commessi nel corso del periodo della strategia della tensione, ha scelto la via dell’atlantismo quando il pericolo comunista bussava alla porta e da qui la sua intuizione negli anni ottanta della imminente caduta del muro. Ha spiegato a tutti coloro che hanno delle idee di Destra che il fascismo è solo un giacimento della memoria: fu accusato da Fini di essere un nostalgico, in realtà aveva delle idee che non si omologavano alla destra liberale e liberista che oggi, fortunatamente, deve fare i conti con una destra europea, moderna, capace di guardare alle sfide delle crisi inenarrabili se si considera il conflitto russo-ucraino e la complessità che ne consegue. Una sicura interprete della Destra moderna è sicuramente Isabella Rauti che ha respirato la grande politica sin dalla sua nascita. Ricordo che, personalmente, leggevo una rivista da lei diretta, dal titolo “Niente Mimose” dedicata alla figura della donna nella nostra società e nella storia. Dunque, non un vacuo femminismo. Mi piace ricordare Pino Rauti per la sua grandezza culturale, per la sua capacità di comprendere che se un gruppo politico va al governo per quei contenuti che incarna, quei contenuti stessi non dovrà tradire. Mi piace ricordare Pino Rauti per essere stato anti-retorico, pragmatico e visionario, uno studioso, un uomo capace di idea e di azione. Le sue teorie e la sua lezione sono imprescindibili per i giovani di Destra e per chi si trova a governare questo nostro Paese nella tempesta della storia e del presente.

Flavio De Marco