Qualcosa dagli archivi. Il "muro" illegale. Gli "errori" della CIA


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Mentre “impazza” – proprio il caso di adoperare questa espressione – la vicenda Libano-Hezbollah, è utile andare a scavare nei precedenti del «caso Palestina». E intendiamo qui riferirci al famoso (famigerato) “muro” che Israele ha portato avanti per anni e che doveva essere lungo ben 700 chilometri, scorrendo sulla cosiddetta “linea verde”; i confini fissati con l’armistizio del 1949.

Nessuno ne parla piu’ ma quell’«opera» colossale provocò anche un intervento della Corte Suprema Israeliana, che ne fece modificare in parte al governo Sharon il tracciato “per ridurre le sofferenze imposte ai civili palestinesi”.

L’opera venne duramente contestata nel luglio del 2004 dalla Corte Internazionale di Giustizia, istituita dalla Nazioni Unite quale “massimo organo istituzionale dell’ONU”.

La “Corte” è costituita da 15 Giudici, eletti dall’assemblea generale e dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu” tra giuristi” di riconosciuta competenza nel diritto internazionale. I suoi membri restano in carica per 9 anni, non sono rieleggibili e gli Uffici sono situati all’Aja. Nel luglio scorso, dunque, 14 Giudici votarono contro il “muro di Israele” e ne decretarono lo smantellamento; uno solo dissentì; era lo statunitense Thomas Buergental. Emettono sentenze “consultive”, dette “pareri motivati” che non risultano pero’ vincolanti.

Un’altra documentazione che viene riportata alal luce dalle vicende in corso, è quella relativa agli errori della CIA sulle armi in IRAK; errori che vennero “previsti” in ogni dettaglio da un Rapporto della “Commissione di Intelligence” del Senato americano. Esattamente un anno fa, quel Rapporto preciso’ che l’Iraq di Saddam Hussein “non possedeva armi di distruzione di massa” e in ogni caso la minaccia rappresentata dal regime di Bagdad era stata “sopravvalutata”. Il Rapporto criticava duramente le agenzie di intelligence degli USA, CIA in testa, ma assolve la Casa Bianca dall’accusa di aver esercitato pressioni perchè l’Intelligence perche’ confermasse le sue argomentazioni a sostegno dell’invasione dell’Iraq. «Prima della guerra, la comunità di intelligence americana ha detto al presidente, al Congresso e all’opinione pubblica, che Saddam Hussein posse-deva armi chimiche e biologiche e che se non fossero stati avviati dei controlli entro questo decennio probabilmente sarebbe entrato in nossesso di armi chimiche». Oggi sappiamo che “tutte quelle informazioni erano sbagliate” denunciava allora il senatore repubblicano Pat Roberts, presidente della Commissione di Intelligence, in occasione della consegna del testo; un testo di ben 511 pagine. Un rapporto del quale 80 pagine sono pero’ rimaste top secret.

P.R.