Ricordiamolo: Garibaldi era un "gran maestro"


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Interessante; e tutto da seguire – per tenersene traccia in archivio – il dibattito che da qualche tempo è in atto sul rapporto tra Massoneria e Sinistra. Secondo quanto ha dichiarato in una recente intervista Aldo Alessandro Mola, storico, già docente all’Università di Milano – che è considerato il massimo esperto di massoneria in Italia, i DS sono ancora “l’unico partito dell’arco costituzionale ad aver mantenuto” il divieto contro la massoneria. E’ un divieto – commenta Mola sul “Corriere della Sera” del 29 dicembre scorso – “che arriva da molto lontano, dal quarto Congresso della Terza Internazionale del 1922 a Mosca. Fu allora che i comunisti fissarono il principio di incompatibilità con un’associazione, appunto la massoneria, considerata borghese. La scelta fu presa per mettere con le spalle al muro i comunisti francesi, diversi dai massimalisti russi, molti dei quali massoni. Il PCI, che era nato l’anno prima a Livorno, non fece che recepire la direttiva senza però condividerla troppo.

E perché non la condividevano molto?

Ai comunisti forse “piacevano” i massoni, chiede l’intervistatore, Marco Gasperetti? Ed ecco la risposta:

«Nei comunisti italiani c’erano molti “fratelli”, arrivavano dalla tradizione socialista. D’altra parte nella sinistra italiana, da Garibaldi in poi che è stato un gran maestro, i massoni sono sempre stati presenti e numerosi perché la massoneria ha una filosofia progressista».

Qualche nome, professore, chiede ancora Gasperetti.

«Andrea Costa, già leader del Partito socialista rivoluzionario della Romagna, prima di convertirsi al riformismo. E ancora Ivanoe Bonomi, Leonida Bissolati, Orazio Raimondo, Giovanni Lerda, fino ad arrivare a Lelio Basso».

Tutti socialisti, però. Ci sono comunisti?

Risponde Alessandro Mola:

«E’ comunista Bruno Sonnino, uno dei collaboratori più stretti di Palmiro Togliatti. E’ regolarmente iscritto al PCI Togliatti sa benissimo, ma tollera questa doppia appartenenza. E’ massone Domenico Coggiola, sindaco comunista di Torino nell’immediato Dopoguerra. Sono massoni due sindaci di Pistoia e tanti altri amministratori. Lo stesso Gramsci, nel maggio del 1925, in Parlamento interviene a favore della massoneria e più tardi, dal carcere, la giudicherà l’ala avanzata della borghesia».

(“avanzata”, annotiamo noi, nel gergo nazista significa “progressista”. E dunque anche Gramsci era favorevole alla Massoneria e contrario al “divieto” stabilito nel’22 a Mosca).

Ma per noi, la nota di rilievo e da sottolineare è la – confermata – appartenenza di Garibaldi alla massoneria, di cui anzi egli era Gran Maestro. C’è da rifletterci sopra. Per capire meglio certi “retroscena” del Risorgimento e anche l’accanimento con il quale si combatté contro i Borboni…

Ma oggi, a Sinistra, qual è la situazione?

«La Sinistra ha molti amministratori e politici massoni – risponde lo storico Mola – . I Ds pure, credo anche in Parlamento. Non sono dichiarati, ma nel partito in molti lo sanno e lo tollerano».

Quale sarà il futuro del rapporto tra massoneria e sinistra italiana?- gli viene ancora chiesto?

«Credo che il fantasma antimassonico sia destinato a scomparire per sempre. E’ un residuo della rivoluzione di ottobre e della guerra fredda, perché l’Urss considerava la massoneria il grimaldello degli Usa per penetrare nel suo sistema. Lo disse esplicitamente Nikita Kruscev a chi gli domandava perché Mosca fosse contrario alle logge. Pensi che oggi in Francia esiste un’ala della massoneria dichiaratamente trozkista».

A cura di Pino Rauti