Il rischio nel piatto è soprattutto Cina


Nonostante norme durissime e incessanti controlli, perdurano i rischi delle cosiddette “truffe a tavola”. Ed anzi sembra che i loro autori si specializzino sempre di piu'; come ha dimostrato il recente episodio delle”uova scadute”, comprate sottoscosto e cedute a prezzi di mercato alle industrie alimentari, specie a quelle delle merendine per bambini; o quello dei pomodori infestati dalle larve e venduto alle fabbriche di prodotto in scatola.

Pur senza cedere alla psicosi – la tentazione c’e'(ed è forte!) di fronte a tante notizie di cronaca – c’e’ davvero da rimanere sconfortati e pronti a mobilitarsi sul fronte del “massimo sospetto”.

Un vero e proprio “documento” in materia -il terzo della serie – va adesso tanto presente; è il “rapporto” redatto a cura congiunta da Lega Ambiente e dal “Movimento Difesa del Cittadino”. Si chiama, appunto, “truffe a tavola” e ne scrivono tutti i giornali.

Soprattutto, su “Repubblica”, Elvira Maselli, che parla di un “piccolo libro degli orrori”; dal quale tuttavia risulta che “i controlli si fanno” visto che solo quelli dei NAS dei Carabinieri sono aumentati del 7 per cento in un anno.

Prendiamone buona bota, in questa nostra “rubrica” che da anni, batte e ribatte su questa problematica; a cominciare dalla segnalazione della piu’ recente “truffa”, quella degli agrumi extracomunitari “trattati con un addittivo vietato nella Unione Europea”.

Ma leggiamo ancora la dettagliata analisi sul Rapporto; e da essa risulta che “Il grande rischio alimentare 2005, secondo il rapporto, è targato Oriente. Dalla Cina sono arrivati funghi sott’olio venduti poi come cardoncelli italiani, novellame spacciato per bianchetto locale, miele contenente cloramfenicolo, antibiotico vietato in Italia, per non parlare degli alimenti scaduti da anni, o conservati in pessime condizioni igieniche o pronti per essere venduti con la falsa etichetta “Prodotto in Cina secondo la normativa sanitaria vigente in Italia”.

«Non è per autarchia- attacca Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente e neosenatore dell’Ulivo- perché apprezzo molto i prodotti del commercio equo e solidale. Credo però che servano norme più stringenti per le etichette e finalmente un’autorità per la sicurezza alimentare italiana. Inoltre bisognache il governo si adoperi per far funzionare bene quella europea, perché non mi pare stia facendo il suo mestiere». Oggi però, sottolinea Ugo Mereu, del Corpo Forestale dello Stato, sempre più spesso le truffe alimentari sono conseguenza diretta dei danni ambientali. E ricorda il grano coltivato nei campi concimati con rifiuti tossici, la mozzarella di bufala con residui di diossina, o il latte delle mucche che pascolavano vicino al fiume Sacco, nel Lazio, inquinato con l’ammoniaca scaricata illegalmente nel fiume.

Ma i consumatori come possono difendersi? «Devono fidarsi dei controlli-spiega il colonnello dei Nas, Marcello Galanzi – tutto ciò che è risultato contaminato è stato rintracciato e distrutto».

Spesso,però, i delinquenti non desistono.

Tuttavia, è bene tener conto della “quantità enorme” dell’area dove si tenta di smerciare prodotti “malati”. Si pensi che “58 mila tonnellate di grano duro provenienti dalla Cina, contenevano acrotossina; sostanza cancerogena…”

Pino Rauti