Roma: anziani malati un dramma disumano

image_pdfimage_print
[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Le notizie “brutte” di cronaca sono purtroppo sempre più frequenti, come appunto, la cronaca corrente ci informa. Ma quello che è stato scoperto a Roma crediamo debba essere sottolineato perché dimostra – come andiamo denunciando da tempo – che anche il crimine è “sceso di livello”, diventato più duro e spietato di prima e che la ricerca del massimo profitto, che è ormai l’unica filosofia di vita, dà luogo anche lì a un degrado spaventoso.

A Roma, dunque – esattamente a Frigoria – è stata scoperta una “casa di riposo” per anziani gestita da anni, si badi, senza permessi e dunque in assoluta illegittimità – dove i vecchi venivano maltrattati abitualmente, terrorizzati da “legamenti” sulle sedie e nutriti con cibi avariati benché i loro parenti che lì li avevano “scaricati” perché poco o nulla li seguivano – pagassero per ciascuno di essi, 1.000 euro al mese.

I carabinieri del NAS, ad esempio, oltre a trovare un po’ in tutta “Villa Elisa” condizioni igieniche degradati, hanno aperto i pacchi di carne nel frigorifero e una volta tolto il cellophane “quella carne emanava un odore insopportabile”.

Trentaquattro i cartoni di latte a lunga conservazione sequestrati nella cucina abusiva, insieme a cibi avariati, sistemati accanto ad escrementi di gatto e pezzi meccanici di auto e scooter.

Dei venti “ospiti”, due sono stati portati in ospedale perché in gravi condizioni.

“Gli ospizi lager? Frutto della mancanza delle politiche per gli anziani, dei controlli e delle risorse sufficienti». Dura presa di posizione dell’Osservatorio della Terza Età sugli ultimi casi dei maltrattamenti degli ospiti di una casa di riposo abusiva, a Roma. «In un settore che è lasciato in balia di se stesso – tuona Roberto Messina, Segretario Generale dell’Ote – notizie simili ci possono far star male, ma non devono sorprenderei». L’invecchiamento della popolazione e le modifiche sopravvenute nella struttura e nel comportamento delle famiglie hanno fatto passare il numero delle case di riposo, in tutta Italia da 3.608 del 1991, alle 4.626 attuali, di cui il 58% è in mano ai privati, il 38% a gestione pubblica e il rimanente 4% affidato a società miste. Di conseguenza, i posti letto hanno raggiunto le 234 mila unità, mettendo in risalto notevoli differenze territoriali avendo al Nord 34 posti letto ogni 1.000 abitanti, contro i 13 del Centro e i l0 del Mezzogiorno. A questo trend ha fatto eco anche la crescita geometrica del numero dei nonni che per volontà o necessità hanno scelto una di queste strutture per passare gli ultimi anni della loro vita”.

  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Add to favorites
  • Email
  • RSS

Comments are closed.

Post Navigation