Roma - al Centro storico è tutto fuori legge


Annotiamo queste cifre: nel solo 2005 e solo nel centro storico di Roma, in 325 attività commerciali “ispezionate” sono stati riscontrati contributi evasi per 3.700.000 euro; questo da parte delle Guardie di Finanza. Ma gli ispettori dell’INPS hanno accertato evasioni per 1.600.000 euro in altri 571 aziende. Mentre gli uffici centrali di vigilanza di via Ciro il Grande, elaborano nuove campagne estive per accertare l’impiego di lavoro nero nei settori che beneficiano dell’afflusso turistico, il direttore centrale della vigilanza ed economia, sommersa, Francesco Sparagna, fa un bilancio del risultato 2005, benedice le nuove metodologie informatiche che con settecento ispettori in meno in organico (a livello nazionale e in proporzione nel Lazio) gli hanno permesso di portare a casa risultati importanti e dice:” Non è semplice – dichiara al “Corriere della Sera” che ne riferisce a firma di Ilaria Sarchettoni- monitorare il lavoro in una città come Roma con bancarelle, bar pensioni ambulanti, ristoranti e una miriade di negozi e negozietti, eppure è quello che dobbiamo fare costantemente”. “Non bastasse questo – leggiamo di seguito-,ci sono gli espedienti. Il grande magazzino della Roma Sud, che impiega commesse nel fine settimana (paga giornaliera) quando le ispezioni sono improbabili. L’azienda di servizi informativi che trasforma i dipendenti ìn Co.co.co. …”

Ma scoppia la polemica con i commercianti; che “non ci stanno”

I negozianti della capitale, soprattutto quelli del centro storico, respingono l’accusa di avere nelle loro aziende commessi, commesse, camerieri o garzoni che lavorano senza contratti regolari. «In via Condotti i negozi appartengono ormai a imprese multinazionali e quotate in borsa – afferma il leader della strada Gianni Battistoni -. C’è una cultura diversa, siamo più europei, difficilmente questo tipo di attività possono ricorrere a contratti non perfettamente in regola per i loro dipendenti». Nelle strade che circondano, invece, quelle più famose o prestigiose, nelle piccole vie esclusive del centro «i negozi sono soprattutto a conduzione familiare – prosegue il leader di via Condotti – per cui ci sono quasi sempre i proprietari: moglie, marito o figli». E Gianni Battistoni passa all’attacco: «Non ci dimentichiamo – vuole chiarire – che ormai centro storico significa anche l’Esquilino, pieno di negozi cinesi. E quindi può essere che in questa statistica ci siano anche loro…”

Sulla stessa linea di Gianni Battistoni è il presidente della Confcommercio, Cesare Pambianchi, che addita nel daos dell’Esquìlìno e nell’abusivismo che invade vie e piazze della città, la vera «causa» dei mali delle attività commerciali. «Questa caccia frenetica dell’Inps e della Guardia di Finanza, che continua a fare “retate” negli ultimi tempi nei nostri confronti – afferma Cesare Pambianchi – Qualcuno ce le dovrà spiegare. Anche perchè noi siamo aperti quasi 365 giorni l’anno e non solo in questo periodo: per cui non c’è necessità dì blitz della Finanza o di pattuglie dì ispettori dell’Inps che vadano a “pesca” di chi non ha pagato i contribuii. Inoltre – afferma il presidente della Confcommercio – spesso abbiamo visto che tutti questi verbali poi finiscono in un nulla di fatto. I “clandestini” non sono dentro i nostri esercizi, ma sono dappertutto. Vadano a cercare chi non è in regola nel quartiere cinese o sui marciapiedi di Roma, non nelle nostre aziende…»