Roma: un Ente perde 300.000 euro al mese


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Certo che ne vengono fuori, di vicende che hanno dell’incredibile ma che purtroppo sono vere, non appena una qualunque intervista seria affonda il bisturi.

Vediamo quello che sta risultando, a Roma, sulla gestione del “S.Alessio Margherita di Savoia”, istituto per l’assistenza ai ciechi. Sicche’, anche l’ex-commissario nominato da Storace, finisce tra gli indagati, per “malversazione ai danni dello Stato.”

L’indagine della Guardia di Finanza del Comando provinciale diretto dal colonnello Giuseppe Zafarana, ha anche acquisito il dossier degli ispettori della Regione. I funzionari, avevano messo in luce diverse irregolarità nella gestione dell’ente. Di più, una relazione del commissario, Guido Farinaccio, succeduto a Giannelli Savastano, evidenzia una situazione finanziaria al limite del dissesto, assunzioni illegittime di personale, locazioni a canoni di favore di terreni e casali nella campagna senese, case di pregio nel centro storico di Roma – soprattutto in via Margutta e piazza Campitelli – affittate a prezzi risibili ad amici e politici a tutto danno dell ‘assistenza ai ciechi, che dovrebbe essere la finalità prima dell ‘istituto.

L’inchiesta del pm Lasperanza nasce dalle denunce del vicepresidente nazionale e coordinatore regionale dell’Anpvi, associazione di ciechi e ipovedenti, Carlo Carietti, e dall’interrogazione del capogruppo di Rifondazione, Ivano Peduzzi. E ora potrebbe portare a svelare la rete di interessi, connivenze e coperture che avrebbero alimentato «una gestione al di fuori delle regole». «L’ex commissario», denuncia Carietti, «aveva costituito, con la sua segretaria e il responsabile dell’Ufficio tecnico del Sant’Alessio, una fondazione alla quale erano stati ceduti 12 alloggi in via Margutta».

«Le illegittimità amministrative -continua – sono state documentate da Farinaccio che, subito dopo, è stato rimosso». Poco più di tre mesi da commissario. Poi, via. Perché? «Non guardava in faccia a chicchessia, di destra o sinistra che fosse», sostiene Carietti. «Curava gli interessi dell’istituto, il fabbisogno di assistenza dei ciechi». «Ritengo grave – conclude – che dopo tante denunce nessun provvedimento sia stato adottato dalla Regione per revocare gli atti illegittimi, dagli affitti di favore alle assunzioni di comodo». Cosi va al Sant’ Alessio che, nonostante le sue consistenti proprietà immobiliari, ora rischia il dissesto finanziario con una perdita di oltre 300 mila euro al mese.