Roma: le lunghe mura e le loro "porte" antiche


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La città di Roma ha posseduto per secoli la stessa cinta muraria e numerose sono le porte che vi si aprono. Queste possono essere divise a seconda delle mura di appartenenza: serviane, aureliane, leonine e gianicolensi. Una delle porte meglio conservate è sicuramente porta San Sebastiano (mura aureliane) in origine chiamata Appia dal nome dell’importante arteria stradale su cui si apriva. Prevalse poi il nome S. Sebastiano in ricordo del martire cristiano sepolto nella basilica sull’Appia poco fuori delle mura. Nel 1536 la porta fu scelta, per ordine di Papa Paolo III, come ingresso solenne per l’arrivo di Carlo V Re di Spagna e per l’occasione addobbata e decorata come un arco trionfale su progetto di Antonio da Sangallo il giovane, con statue, festoni e pitture ad affresco. Non tutti sanno forse che la porta San Sebastiano ospita al suo interno il piccolo e non molto frequentato Museo delle Mura di Roma dal quale è possibile accedere a un lungo tratto, circa 350 metri, di cammino di ronda sulle mura. Il camminamento si presenta come una galleria coperta intervallata da dieci torri. La porta più monumentale di Roma è invece Porta Maggiore. In origine questa porta era la mo numentalizzazione dell’acquedotto Claudio, nel punto dove questo scavalcava la via Labicana (l’odierna via Casilina) e la via Praenestina. Le arcate, erette dall’Imperatore Claudio nel 52 d.C,assunsero l’aspetto di un vero e proprio arco di trionfo: le due fasce superiori corrispondono ai canali degli acquedotti Anio Novus, in alto, e Claudio, in basso. Tra le porte che non fanno parte delle mura cittadine, la più nota è Porta Furba, che in realtà è un arco sulla via Tuscolana fatto costruire da Sisto V per l’attraversamento dell’acquedotto Felice. Il nome, “Porta Furba”, deriverebbe dalla corruzione della parola “forma”, che nel Medioevo era usata per dare il nome agli acquedotti, e della parola “urbis”. Irene Pace