A Rovigo il "progetto" per dieci fiumi europei


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Come tra il Tigri e l’Eufrate si sono alternate le vicende dei popoli che hanno abitato la mezzaluna fertile (la Mesopotamia), anche tra i fiumi più grandi d’Italia, l’Adige e il Po, l’uomo, sin dall’alba dei tempi, ha costruito i propri insediamenti.

Il vecchio e il fiume
Nel Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo è raccolta la testimonianza del legame dell’uomo con il suo territorio ed in particolar modo con l’acqua in tutte le sue forme. L’Adige e il Po sono di volta in volta fonte di vita, risorsa per la pesca, via di comunicazione e scambio con altre culture. Dalla preistoria all’alto medioevo, attraverso ricostruzioni virtuali e reperti archeologici, il visitatore è accompagnato in un viaggio immaginario, durante il quale ripercorre le tappe fondamentali della sua evoluzione biologica e culturale per essere, infine, proiettato verso il futuro.

Storia del territorio, storia dell’uomo
Le ampie sale del Monastero Olivetano di Rovigo, restaurate di recente, ospitano il Museo che nella fase attuale propone i settori dedicati all’Età del Bronzo e del Ferro. Il percorso espositivo dell’Età del Bronzo attraversa l’Europa a volo d’uccello, per poi atterrare sull’area polesana: vale la pena fermarsi un po’, perché sono stati ritrovati molti insediamenti di epoche diverse, accomunati dalla necessità di restare sempre vicini ai corsi d’acqua.

Tra questi l’insediamento protostorico di Frattesina di Fratta Polesine, edificato lungo le rive dell’antico Po di Adria. Nella sezione dedicata all’età del Ferro è ricostruita la trama dei traffici commerciali e dei contatti culturali che si svilupparono nell’antico Polesine lungo diramazioni del Po oggi scomparse. Tra i modellini esposti una nave oneraria greca del periodo arcaico con il suo carico di anfore. Per finire un video racconta l’evoluzione del Delta del Po in relazione alla storia dei centri urbani di Adria (che diede il nome al mare Adriatico) e di Spina.

Dove mancano gli oggetti arriva la tecnologia: una serie di video accompagnano la visita e presentano l’acqua sia come elemento vitale, sia come legame di continuità tra le civiltà del passato e quella del presente.

Tre sentieri e un trampolino
Archeologia e tecnologia si fondono e offrono tre diversi spunti narrativi per la visita al museo:
Dalla preistoria all’alto medioevo: l’evoluzione dell’uomo in rapporto al suo territorio.
La formazione della pianura padana: gli interventi di bonifica e la creazione di canali.
La storia dell’acqua: i fiumi si muovono in lungo e in largo, formano anse, cambiano i percorsi.

Ovviamente, per conoscere i fiumi bisogna andare sui fiumi. Il museo in questo caso funziona un po’ da guida, un po’ da trampolino: nella sezione il Po e l’Adige verso la foce del sito Internet sono suggeriti diversi percorsi e molti link per approfondire il rapporto degli uomini e delle donne (cioè noi) con i due grandi fiumi italiani.

10 fiumi europei sfociano in un progetto comune
Il museo dei grandi fiumi di Rovigo, inaugurato nel 2001, nasce come fulcro di un progetto di monitoraggio dei bacini fluviali europei che ha l’obbiettivo di fornire un quadro esauriente delle conoscenze storico ambientali delle aree esaminate in modo da divenire uno strumento per la gestione territoriale e per la valorizzazione del patrimonio culturale.

Partecipano al progetto i fiumi: Adige, Dunàrea, Ebro, Guadalquivir, Reno, Rhone, Po, Tejo, Tamigi, Rodano.

= Info: Direttore del Museo – Raffaele Peretto
prenotazioni:CeDi Centro didattica Beni culturali Ambientali Tel. 042 521530 Fax 042 526270