secoloditalia.it – Quell’attrazione fatale della destra per Berlinguer, l’avversario che di nascosto dialogava con Almirante

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Meloni-Berlinguer

La destra per Enrico Berlinguer nutre una fatale attrazione. Colpa dei racconti postumi di Massimo Magliaro e della vedova di Almirante, donna Assunta. Sì, perché il capo del Pci si incontrava di nascosto con il capo dei neofascisti e i due parlavano di come mettere fine alla stagione dell’odio che procurava ferite sanguinanti in entrambi gli schieramenti.

Il libro di Padellaro su Almirante e Berlinguer

Frammenti di memoria degli anni Settanta, gesti di leader politici mai abbastanza rimpianti, leader nemici ma che sapevano rispettare l’avversario e che avevano dichiarato guerra ai terroristi rossi e neri. Ne ha scritto di recente Antonio Padellaro nel libro Il gesto di Almirante e Berlinguer“(PaperFirst).

La visita di Meloni alla mostra su Berlinguer

E così la premier Giorgia Meloni si è recata a visitare la mostra sul “nemico” Berlinguer a Testaccio.  Accompagnata da Ugo Sposetti, ex tesoriere dei Ds e a lungo parlamentare di sinistra, ha visitato le cinque sezioni tematiche della mostra, fermandosi ad osservare manifesti, fotografie, pubblicazioni e video che ripercorrono la storia del segretario, militante e dirigente del Partito Comunista Italiano. Ha poi lasciato la sua personale dedica sul libro dei visitatori: “Il racconto di una storia, politica. E la politica è l’unica possibile soluzione ai problemi”. Firmato, Giorgia Meloni. In qualche modo, ha replicato lo storico omaggio di Almirante che si recò alla camera ardente di Berlinguer in via delle Botteghe Oscure lasciando tutti di stucco.

Romualdi e l’amnistia di Togliatti

Sugli incontri segreti alla Camera tra Berlinguer e Almirante va ricordato che non era certo prima volta che un fascista e un comunista in segreto si davano la mano e stringevano un patto: era accaduto già con Palmiro Togliatti e Pino Romualdi quando, nel lontano 1946, trattarono l’amnistia per i condannati della Rsi. Il libro di Padellaro non è il solo titolo che rievoca quegli incontri tra Almirante e Berlinguer, i quali si vedevano il venerdì alla Camera, negli anni 1978-79, lontano da occhi indiscreti. Ne scrive anche Adalberto Baldoni nel suo libro “Destra senza veli”.  Almirante e Berlinguer avevano un comune cruccio: che il terrorismo brigatista e quello neofascista potessero imbrattare irrimediabilmente l’immagine dei due partiti, Pci e Msi, e decidono di stringere un patto in difesa delle istituzioni minacciate dalle opposte spinte sovversive.

Berlinguer e il suo invito al dialogo tra i giovani

Enrico Berlinguer -come ha scritto Il Secolo in un ricordo del leader comunista del 2012 -fin dal 1951 incarnava un “comunismo dialogante” come dimostra l’invito rivolto ai giovani del Msi a scrivere sulle colonne del giornale della Fgci Pattuglia. Lo racconta Paolo Buchignani nel suo libro Fascisti rossi dove riporta l’appello ai giovani dello stesso Berlinguer «per la salvezza della Patria»: «Noi esortiamo apertamente i nostri 470.000 giovani ad abbandonare ogni orientamento settario ed esclusivista, ad avvicinarsi, in centinaia di migliaia di dibattiti, a tutti i giovani italiani… Noi non escludiamo nessuno, non c’è ambiente, non c’è scuola, fabbrica o villaggio, non c’è giovane con il quale noi non vogliamo discutere. Sappiamo che anche in quei movimenti che si considerano generalmente nostri avversari vi sono giovani in buona fede, giovani che riflettono con la loro testa, forze sane da risvegliare per l’interesse del Paese».

E Pino Rauti incontrò i giovani del Pci

Ancora, nell’autunno del 1950 Berlinguer impone ai militanti della sezione romana di Monte Sacro di organizzare nella loro sede un incontro con Pino Rauti, che fu anche il primo a rispondere all’invito berlingueriano a scrivere sulla rivista dei giovani comunisti. Un intervento nel quale Rauti si dimostra d’accordo sul giudizio negativo espresso da Botteghe Oscure relativamente alla classe dirigente italiana e alla sua crisi.

Gesti lontani nel tempo e che difficilmente potranno ripetersi oggi in tempi in cui – annotò Pietrangelo Buttafuoco recensendo il succitato libro di Antonio Padellaro – “svaniti i combattenti della guerra civile sono rimasti di sentinella gli spettri dell’odio”.

[Fonte: www.secoloditalia.it]

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