Ma che sta combinando la Moratti?

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Francamente, quello che accade al Ministero della Moratti, a volte è davvero incomprensibile; almeno agli occhi dei più. E le decisioni che vi sono prese, a getto continuo, una novità alla settimana in media, non fanno che suscitare furibonde polemiche. E questo avviene proprio nella Scuola e cioè in un’area in una struttura dove più che altrove ci sarebbe bisogno di un senso accentuato di sicurezza, di serenità di continuità; e dove invece regna una specie di marasma ribollente, ormai diventato regola corrente.

Stavamo pensando ancora una volta – e per l’ennesima volta! – a questa singolare situazione e stavamo chiedendoci ancora una volta chi, alla Moratti, glielo faccia fare, ad imporre questo “terrorismo” continuo, quando ci è capitato di leggere sull’inserto “tutto Scienze e Tecnologia” della “Stampa” di Torino l’ultima novità su questa prima linea, e cioè quello che accada a proposito di scienze della Terra.

Scrive al quotidiano torinese, il docente di Liceo, Antonio Varaldo; scrive e racconta la “storia” di quanto è capitato a lui, che aveva ricevuto dalla Zanichelli, nel 2002, l’incarico di scrivere un testo sulle Scienze della Terra “destinato all’ultimo anno del classico e dello scientifico”. Ovviamente – prosegue la lettera del prof. Varaldo l’impianto dell’opera era stato “progettato in tutti i particolari, seguito con particolare cura dall’esperto Italo Bovolenta, fondatore dell’anonima casa editrice, oggi proprietà della Zanichelli”.

Il prof. Varaldo si impegna e lavora al volume per due anni e mezzo, prevedendo di far uscire un libro di 18 capitoli, diviso in tre parti; astronomia, geologia e geografia fisica; libro di cui viene fissata l’uscita per l’inizio del 2006.

Invece, qualche giorno fa, è uscito il decreto applicativo della riforma che riguarda la Scuole superiori. E cosa c’è nel decreto ministeriale?

Leggiamo insieme questa parte della lettera del prof. Araldo:

“L’unico dei l0 licei che preveda l’insegnamento delle Scienze nell’ultimo anno è quello scientifico (oggi Scienze è materia dell’esame di Stato per quasi tutte le scuole). In tutti questi corsi le Scienze della Terra vengono assegnate al primo biennio (oggi sono nell’ultimo anno e, perciò, materia d’esame per la maggior parte dei licei). Nel liceo scientifico, benché le ore complessive dell’insegnamento nell’intero corso aumentino del 30%, le Scienze della Terra subiscono una strana sorte: alcuni argomenti finiscono nel primo biennio (cartografia, atmosfera, mineralogia, geomorfologia), altri nel secondo (vulcani, terremoti, struttura interna della Terra), e altri ancora mancano del tutto (la storia della Terra, tettonica, stratigrafia e climatologia). Ma soprattutto l’astronomia non compare in alcun programma, se non con rapide e sommarie definizioni: ad esempio per il liceo scientifico c’è solo un generico punto (La Terra come pianeta del sistema solare) nel biennio iniziale. Nulla si sa ancora del programma dell’ultimo anno del liceo scientifico, che prevede 3 ore settimanali al posto delle attuali 2. Resta dunque un’ultima speranza, almeno per questo liceo. Conseguenza personale: il mio editore ha deciso di congelare il lavoro. Abbiamo preparato un libro per una materia che sostanzialmente non c’è più!…”

Varaldo conclude – al di là del suo caso personale – con una sintetica “analisi complessiva”; con l’impressione netta che dalla lettera delle bozze di programma, si evidenzia che tutto l’insieme delle Scienze (perciò, anche chimica e biologia) sia brutalmente sminuito e spezzettato. Ciò si evince, oltre che dalla suddivisione degli argomenti, anche dagli obiettivi dichiarati e dai termini utilizzati.

E si sente di aggiungere che ciò è tanto più assurdo nell’attuale momento storico, quando appare così netta l’esigenza di una visione globale e particolareggiata del «sistema Terra» per affrontare qualsiasi problematica (demografica, energetica, climatica, urbanistica). Per averne una elementare conferma basterebbe sfogliare un numero a caso di «Le Scienze» (Scientific American) o «Nature», o «Tuttoscienze»; o guardare anche solo una puntata di Gaia» su Rai tre…”.

(a cura di Pino Rauti)

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