Stanno “mangiando” perfino le Alpi

image_pdfimage_print
[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Proprio così: le stanno facendo scomparire, le alpi; i divoratori di territorio; i distruttori dell’ambiente. Ed è un ambiente unico, frutto di secoli e secoli di cure attente; ed è un territorio molto più ampio di quanto si pensi. Leggiamo su: “Repubblica D” che le Alpi sono una vera e propria regione ; quasi un Paese. Una nazione, di fatto. E che si estendono per ben 180.000 Kmq.
Otto Stati se ne dividono il territorio; l’Austria (ne possiede il 30 %); l’Italia (il 28% ), e poi, la Francia ( 20%) la Svizzera ( 15 %). E poi Slovenia, Germania, Liechtenstein, Principato di Monaco,
13 milioni di abitanti; 4 Ligure e un’infinità di dialetti parlati.
“Sembrano lontano da tutto”; si fa fatica a ricordarle; tanta fatica che si è trovata una frasetta per tenerne a mente i nomi. La insegnano a Scuola, alle elementari: “Ma con gran pena le reca giù”. In nove sillabe si tiene l’arco alpino italiano, da ovest a est: Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, Retiche, Carniche, Giulie. E sarebbero solo una parte, ma sono già abbastanza. Tutte fuori dall’agenda politica di casa nostra.
Eppure esiste la convenzione delle Alpi, un Trattato per la tutela e lo sviluppo sostenibile, stipulato su iniziativa della Cipra (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) composta da un centinaio di Associazioni. Nove i contraenti, gli otto stati più l’Unione Europea. Firmata nel 1991, entrata in vigore quattro anni dopo, è stata ratificata dall’Italia nel 1999. Affronta aspetti come pianificazione territoriale e salvaguardia del paesaggio, agricoltura di montagna, turismo ed energia, difesa del suolo e trasporti, idroeconomia e economia dei rifiuti. Italia e Svizzera non hanno ancora ratificato i protocolli attuativi.
Leggiamo ancora: “C’è il turismo, manna dal cielo, anzi dalla pianura, ma anche occasioni di speculazioni. “Come fenomeno economico è nato proprio sulle Alpi, nella seconda metà dell’ Ottocento”, racconta Di Simine, responsabile Alpi di Legambiente; uno dei più documentati esperti e conoscitori di quelle zone “quando furono scoperte come luogo gradevole dove soggiornare, vennero chiamate il “campo da gioco dell’Europa”. A livello mondiale è ancora una delle prime mete turistiche. E però ci sono rischi pericolosi. I problemi sono rappresentati dai grandi progetti di impianti sciistici. Uno enorme è previsto nel massiccio della Presolana, in provincia di Bergamo. Poi c’è il collegamento Pinzolo – Madonna di Campiglio. E altri progetti nelle Alpi Carniche. Ci si accanisce per salire di quota. Ci si sposta per trovare la neve; ma più in alto si va e più i danni diventano irreparabili. Nella sola Valtellina “ogni giorno vengono persi oltre 1.300 mq. di terreno, utilizzati per edifici e infrastrutture”.
Situazione “variegata”.
L’Alto Adige non si spopola; e lo stesso accade nei paesi di lingua tedesca e nella zona francese, dove ora il saldo di popolazione è un’altro.
Solo l’Italia non smette di spopolarsi, soprattutto nelle Alpi liguri e piemontesi. Con le seconde case, invece, andiamo forte: nel 2001, ultimo dato disponibile, erano 590 mila. “Il fenomeno inizia negli anni Sessanta e Settanta, alimentato e sfruttato come ancora di salvezza per le casse comunali”, ricorda Di Simine.
“E’ particolarmente grave in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia e parte del Veneto. Ci sono esempi negativi come Cervinia, enorme borgo nato dal nulla: nel 1960 era un pascolo. Ma anche al Passo del Tonale, in Trentino, non si scherza. Ponte di Legno, in provincia d Brescia, è un paese “ecomostro: oggi ha 1.800 abitanti, nel 2001 contava 4.242 seconde case con un incremento del 79% in vent’anni. E poi l’Aprica, provincia di Sondrio: 1.650 abitanti e 6.189 seconde case nel 2001, il 66% in più rispetto al 1981. Ma il record spetta a Bardonecchia, provincia di Torino: 7.404 seconde case censite”.

  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Add to favorites
  • Email
  • RSS

Comments are closed.

Post Navigation