Torino: l’invasione dei mini-criminali

image_pdfimage_print
[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Si discute di nuovo, a Roma come a Milano e a Napoli, della condizione dell’ordine pubblico e si tengono o annunciano manifestazioni di piazza. Ma non è che altrove la situazione sia migliore. E ci rifacciamo alle cifre e alle statistiche che non ha potuto ignorare un giornale filo Prodiano qual è “Repubblica”; a proposito, ad esempio di Torino. Con un articolo e un titolo a tutta pagina a firma di Maurizio Crosetti. Ci sono “numeri” che lasciano sbalorditi e fanno intravedere una realtà terribile, con quel milione di telefonate ricevute dal 112 dei Carabinieri in un solo anno; telefonate di aiuto! O come i 150.069 reati denunciati nel solo 2005 e solo ai Carabinieri a Torino; con un aumento del 40% degli arresti, sempre in quei dodici mesi. E poi leggiamo ancora: “Nella città dei piccoli criminali se avete bisogno di cocaina ve la porteranno i bambini topo che vivono nelle fogne. Se volete andare in discoteca ai Murazzi, un angelo del gradino verrà a prendervi in cima alla scalinata e vi permetterà di dribblare i delinquenti, per lo più minorenni. Ma se non starete attenti, soprattutto in tram o al mercato, i rapinatori bonsai (rumeni o italiani) vi fregheranno. Se vostro figlio vuole farsi un giro in centro il sabato pomeriggio (e peggio per lui se è un “cabinotto”: se cioè ha un cellulare di ultima generazione, giubbotto tecnico e cuffiette iPod), occhio alla gang degli annoiati (età media, sedici anni) che rubano per passatempo. Dopo gli acquisti, potrà però farsi accompagnare alla fermata dell’autobus da un commesso gorilla ed evitare guai. Se invece vi capita di passare dal Parco Stura, che qualche cronista neanche troppo fantasioso ha ribattezzato “Tossic Park”, le ronde dei giustizieri (maggiorenni, loro) vigileranno sulla vostra incolumità a colpi di mazza da baseball: specialmente alle fermate del 4, il “jumbo tram” che taglia in due Torino da una periferia all’altra. Al drogato o allo spacciatore che scende dal tramvai è già successo di essere, appunto, preso a mazzate.

Un dato che colpisce ( e che istruisce) è che a commettere la maggior parte dei reati, sottolinea Maurizio Crosetti, siano degli adolescenti, spesso dei minorenni, di quelle che una volta si chiamavano “ragazzini”; ed anche che la microcriminalità sia frutto di “straniero, marocchino o rumeno”.

Se ne inventano di tutti i colori, quei “ragazzini”: ci sono quelli che aizzano i cani contro le vecchiette per rapinarle (in Barriera di Milano), ma anche il tassista cecchino (incensurato, 45 anni e 5 figli) che rincorre i tre giovanotti che non volevano pagare la corsa e gli spara addosso con una Colt Cobra 38 special, è accaduto cinque giorni fa: trentaquattro conducenti di taxi hanno il revolver nel cruscotto, su 1.355 torinesi con il porto d’armi. Ci sono i ladri di scarpe tra i bar del lungo Po (è successo davvero, al Puddhu: le hanno sfilate con la forza a un cliente) e c’è quello che ha brevettato l’antifurto da borsetta, moschettone e anello d’acciaio da fissare alle seggiole dei dehors per non farsi strappare tutto durante l’aperitivo, al Quadrilatero romano…”

Ma nella città che scarica ogni giorno un chilo e 288 grammi di cocaina nelle fogne, vale a dire i resti del consumo di 13 mila dosi, il capolavoro della devianza sono i poliziotti rapinatori: quelli che irrompevano tra i pusher e sequestravano droga e soldi, peccato che poi se li spartissero tra loro (ricattavano anche i clienti delle prostitute) . Li hanno ingabbiati i colleghi, dieci giorni fa. Del resto, come dice il prefetto, non è mica una città di angioletti. Da San Salvario, il quartiere nero, fino a piazza Vittorio Veneto, è tutto un ballare di tombini e agitarsi di grate, segate e messe sopra il cemento quasi per figura. Quì vivono – leggiamo ancora- i piccoli spacciatori che scivolano in gallerie puzzolenti per sfuggire ai poliziotti. Chilometri di fognature, dove i bambini topo nascondono la cocaina e le torce elettriche nelle nicchie, dentro un labirinto imparato a memoria. Quasi tutti marocchini ridotti in schiavitù dai loro padri e parenti, perché chi ha meno di quattordici anni non è punibile dalla legge. Un balordo italiano venne arrestato l’anno scorso mentre faceva il palo, e avvertiva i bambini dell’arrivo degli agenti facendo l’urlo di Tarzan: i piccoli fuggivano verso il Po, entravano nel budello sotto il parco del Valentino e sbucavano dopo un paio d’ore e altrettanti chilometri, mentre un tombino cominciava a muoversi da solo come nei fumetti della Banda Bassotti. «In un anno intercettiamo circa quattrocento minori, ragazzini senza paura di niente, disperati, aggressivi» spiegano all’Ufficio minori stranieri del Comune.

Umberto Giusti
  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Add to favorites
  • Email
  • RSS

Comments are closed.

Post Navigation