USA: fallimenti nei centri minori

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

E’ un brutto segno ma è proprio quello che sta accadendo in USA: la crisi arriva anche “in provincia”; e lo si è appreso in occasione del fallimento bancario numero 100; il tracollo della Banca di Spring Grove, nel Minnesota, che aveva beni per 56,3 milioni di dollari e depositi per 52,4 milioni.

E ancora, come scrive su “Repubblica” Angelo Aquaro in un documentatissimo articolo: “La Banca Warren, una piccola istituzione gloriosa nel Michigan, aveva beni per 538 milioni di dollari e depositi per 501 milioni. Chiusa. La Southern Colorado National Bank di Pueblo, Colorado, aveva beni per 39,5 milioni di dollari e depositi per 31,9 milioni. Chiusa. Una dopo l’ altra, le piccole banche d’America cadono come birilli. Quest’ anno siamo già a quota 98: un record nell’ ultimo ventennio. E questa settimana, prepariamoci: si tocca quota cento. La centesima banca fallita. Un disastro, un’ ecatombe. Ogni venerdì è come una campana a morte. Con ineluttabilità notarile, la Federal Deposit Insurance Corporation registra l’ ultimo caduto. In Florida, l’ ex Stato del Sole, l’ unico che fino a quest’ anno poteva vantare il segno più davanti a tutto, dalla crescita economicaa quella demografica, le vittime sono 6. In California, l’ex Golden State travolto dal deficit nazionale, lo stato in cui Amadeo Peter Giannini, un secolo fa, aprì quella Banca d’Italia che sarebbe diventata Bank of America, i caduti sono 9. Strage nello Stato di Barack Obama: 16 caduti in Illinois. Strage nella terra della Coca Cola, dell’ Ups, della Delta Airlines: 19 i caduti in Georgia. Dice al “New York Times” Sheila C. Bair, che ha l’ ingrato compito di presiedere la Fdic, che in questo momento è un po’ come vestirei panni neri del becchino…”.

Erano stati 50 miliardi di dollari: “Le casse sono già in rosso. E questo è solo l’inizio…”. Vero che i grandi colossi come Goldman Sachs e Jp Morgan cominciano a rivedere il sole. Per i piccoli, però, non c’ è pace. Anzi. Ricordate come tutto cominciò ad andare a rotoli? I mutui-spazzatura concessi dalle grande banche. Abbagliati dal denaro facile anche i piccoli si lanciarono nei mega-prestiti: edilizia residenziale e soprattutto commerciale. La fossa se la sono scavati da soli. Ma adesso, come piccole erano le banche, sono i piccoli consumatori a farne le spese. «La gente si aspetta che possa fallire un’ azienda, mica una banca», dice James R. Foust, il sindaco di Warren, che si è visto chiudere la banca cittadina (ora acquisita dalla Huntington) mentre le sue140mila anime operaie già piangevano la chiusura temporanea di General Motors e Chrysler. Gli esperti dicono che la moria non è finita. Ma se nei posti che contano qualcuno osserva la strage con un certo distacco. Perché al di là della disgrazia dei singoli neppure un’ ecatombe delle piccole banche – controllano soltanto il 15% – minerebbe l’ intero mercato. Il paradosso è che per sfuggire ai pescecani di Wall Street i poveri cristi avevano dato fiducia alla banca sotto casa. Ora i grandi si riprenderanno tutto. Tra una campana a morto e l’ altra…”.

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