Vigili del Fuoco e PS in uffici che fanno schifo


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Quando la gente li vede passare sfilando, tributa loro gli applausi più entusiastici. I Vigili del Fuoco sono – insieme a quelli della “Forestale”, come dicono tutte le statistiche – uno dei “Corpi” più amati e stimati per quello che fanno, con entusiasmo e con passione, spesso rischiando la vita. E dunque ci si sente tristi quando poi si legge sui giornali che le loro “strutture” sono trascurate o peggio. Come per esempio avviene a Roma, dove nei giorni scorsi sono state denunciate situazioni vergognose di incuria; roba da Codice penale.

Abbiamo letto con amarezza e sbalordimento, su “La Repubblica” quello che ha scritto Gabriele Isman e che qui ci permettiamo di riprendere, perché è giusto che di queste denuncie resti traccia anche sul nostro Sito, nella “Mala Italia” che stiamo portando alla luce.

Scrive dunque Gabriele Isman, sotto il titolo: Ottocento vigili in un tugurio; ottocento in pieno centro di Roma, (sui 5.500 che prestano servizio in tutta la città):

Fili elettrici che penzolano, pannelli bianchi che si staccano dai muri (e non è polistirolo), pochi mezzi per un lavoro enorme: benvenuti nella centrale del Gruppo I dei vigili urbani. «Una situazione pesantissima – accusa Roberto Ramazzotti, della Uil-Funzione pubblica locale – in cui è difficile lavorare». Nel comando di via Montecatini, secondo il vigile-sindacalista, «la centrale radio è unica per le chiamate dei cittadini e per le comunicazioni con le pattuglie, e questo non va bene perché si risolve in un inquinamento acustico gravissimo per i lavoratori. L’insonorizzazione è scadente, e addirittura due pannelli recentemente sono caduti addosso ad altrettanti colleghi, per fortuna senza conseguenze». Ecco dunque i pannelli: «Non sappiamo neanche di cosa siano fatti, e di certo sono insufficienti» prosegue Ramazzotti, mentre altri vigili temono la presenza di amianto, tutta da verificare.

Poca sicurezza anche nell’impianto elettrico: «Molte spine scoperte, fili che si accavallano tra loro e, come se non bastasse – dice ancora Ramazzotti – il comando generale ha scelto il gruppo di via Montecatini, assieme ad altri due, per sperimentare il brogliaccio elettronico, ossia l’elenco delle chiamate dei cittadini via Internet. Peccato che tutto questo sia stato fatto senza alcuna preparazione per i colleghi, e che per svolgere l’enorme mole di lavoro vi sia appena un computer in tutta la sala, perché altri due sono rotti da tempo, e pochissime linee telefoniche per ottocento chiamate di media che arrivano ogni giorno».

Romana Chiavaccini, 48 anni, è una delle responsabili della centrale radio del gruppo diretto da Angelo Giuliani, che conta circa 800 agenti di polizia municipale: «Siamo sempre in attesa di una nuova sede, ma mancano i fondi, nonostante un ricco carteggio fra il nostro comando e quello generale di via della Consolazione. Per noi lavorare è davvero difficile: le due linee telefoniche che avevamo fino a pochi giorni fa per fortuna sono diventate sei, che squillano in continuazione, ma comunque non basta: se vogliamo poter lavorare bene servono stanze più ampie, con un centralino separato dagli apparati radio e maggior sicurezza. Non sappiamo nemmeno se le nostre radio sono schermate. Abbiamo davvero paura, e lavoriamo in un tugurio. Chiediamo più rispetto come lavoratori e come cittadini: la nostra buona volontà non basterà in eterno».

Ma proteste (sempre documentate) e lamentele vivacissime, a Roma, vengono anche dalla Polizia, a cura di quel Sindacato “SIULP” che da sempre, con tenacia e competenza, si è assunto quest’onere di denuncia. Ecco cosa avviene a Fiumicino: Il Sindacato di Polizia Siulp ha denunciato, attraverso un comunicato, «la situazione disastrosa in cui versano alcune strutture dell’ aeroporto di Fiumicino in cui operano i poliziotti. Sulla vicenda il Siulp ha inoltre chiesto alle autorità competenti «di intraprendere una serie di azioni finalizzate a strutturare e se possibile, costruire ex novo alcuni locali essenziali per il buon funzionamento della macchina sicurezza». «La questione più. spinosa riguarda la sala operativa – spiega Francesco Carta, segretario provinciale del Siulp – dove, peraltro. la struttura che la ospita, risulta essere l’unica che negli ultimi vent’anni non ha subito interventi sostanziali migliorativi. Tanto che risulta assolutamente non in linea con la normativa in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro. Se l’efficienza è sempre assicurata con la professionalità degli operatori e con periodici interventi di rattoppo – prosegue Carta – riteniamo assolutamente prioritario esercitare le dovute pressioni affinché si stanzino i fondi per la costruzione della nuova centrale operativa per la quale già da diverso tempo la società di gestione ha preservato un’ area idonea all’interno del complesso aeroportuale».E poi: «Se non dovessero giungere note concrete sull’inizio dei lavori organizzeremo per la metà di aprile una manifestazione di protesta nell’aeroporto di Fiumicino».