Le visite guidate nell’antica torbiera

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

C’è tutta una storia sulla torba che si estraeva dalla brughiera intorno ad Inarso, nel Varesotto. Poi, come in tante altre zone analoghe, gli scavi sono stati abbandonati e, anno dopo anno, l’acqua li ha riempiti dando luogo ad una «zona umida». E’ nata così, la Palude Brabbia, che è dal 1983 “riserva regionale”. La LIPU vi gestisce 460 ettari; un vero paradiso naturale di canneti e di stagni, nel quale passano o si sono stanziati 140 specie di uccelli. Tra di essi, come “simbolo” è stato scelto il raro «porciglione». Con la primavera, riprende l’attività, specie con le visite guidate; a temi; tipo: i segreti degli aironi e i “Rapaci” (4 aprile), dedicato a falco pescatore e falco di palude.

Qualche cenno storico. Con materiale tratto dal libro “La Palude Brabbia” – Pubblinova Edizioni Negri:

“I primi documenti relativi alla Palude Brabbia risalgono al 1400, ma per i due secoli successivi si tratta semplicemente di atti notarili.

Le prime notizie certe, anche se indirette, ci sono offerte da Giovanni Ranchetti uno zelante abate che, con le sue ricerche, avallò la considerazione del carattere nocivo delle esalazioni della Brabbia.

A partire dal 1778 fino al 1945, in nome delle condizioni igienico – sanitarie, si produsse una lunghissima serie di progetti di “bonifica”, auspicati da solerti paladini della salute pubblica, ma sempre contrastati da ostacoli ed impedimenti di varia natura. Il dibattito che ne è seguito, durato quasi due secoli, ha ottenuto l’unico effetto di preservare miracolosamente integro il delicato ecosistema palustre che la cultura contemporanea ci impone ora di proteggere e valorizzare come un prezioso patrimonio.

Quella che segue è ormai storia dei nostri giorni: riconosciuto il suo inestimabile valore naturalistico, la Palude Brabbia, nel 1981 , viene compresa nel primo elenco dei biotopi e geotopi approvato dal Consiglio regionale; nel 1983 viene indicata tra le Riserve Naturali della Regione Lombardia e, nel 1984, viene dichiarata, con decreto del Ministero dell’Agricoltura, ai sensi della Convenzione di Ramsar deI 1971; zona umida di importanza nazionale!”

Per informazioni: Centro Visite Oasi Brabbia Via Patrioti 22, Inarzo (Va) Tel. 0332/964028

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