ilSicilia.it - Alla “Giornata tricolore” il “manifesto di Custonaci” per le realtà culturali patriottiche


A cura del Centro Studi Dino Grammatico

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È stata un’edizione speciale quella 2019 della “Giornata Tricolore 2019“, organizzata a Custonaci dal Centro studi Dino Grammatico, presieduto da Fabrizio Fonte. Nei numeri, nella partecipazione, nei contenuti e nelle prospettive.
Nel corso del tradizionale appuntamento annuale, è stato lanciato il “manifesto di Custonaci” nel quale si chiamano a raccolta tutte le realtà culturali italiane che si riconoscono nei valori che ruotano attorno all’idea della Patria.
Si sono poste le basi per realizzare a Roma, entro il 2019, un incontro fondativo di una rete nazionale, che possa, e sappia, fare squadra per iniziative ed idee che possano scardinare determinate logiche, che sono alla base del pensiero unico, e fino ad oggi egemonico, imposto da taluni poteri forti politici e finanziari a discapito della sovranità popolare.
L’incontro, che è stato moderato dal direttore responsabile de ilSicilia.it Alberto Samonà, ha visto la partecipazione – fra gli altri – della senatrice Isabella Rauti, del deputato nazionale Carolina Varchi, del capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars Antonio Catalfamo, del coordinatore regionale di FdI Giampiero Cannella e dell’editore Francesco Giubilei.
Sono intervenuti anche rappresentanti delle forze politiche di centrodestra della provincia di Trapani (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia) e di enti e fondazioni impegnate sul territorio (Fondazione Tatarella, Fondazione Tricoli).

Giorgio Rossini

[Fonte: www.ilsicilia.it]




Giornata Tricolore 2019 "Le nuove frontiere della politica dal post-ideologismo ai social media" – Villa Zina Park Hotel, Custonaci (TP)


https://www.youtube.com/watch?v=KIKwFi89MOo

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ilSicilia.it – Alla “Giornata tricolore” il “manifesto di Custonaci” per le realtà culturali patriottiche




Live Sicilia.it - Giornata Tricolore a Custonaci. Dibattito e un premio


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Locandina-GT-2019-768x1097Il «Centro Studi Dino Grammatico» di Custonaci al lavoro per l’appuntamento con la “Giornata Tricolore”. Si terrà a Custonaci, sabato 28 settembre (ore 10.00) presso la Sala Conferenze di Villa Zina Park Hotel, la tradizionale «Giornata Tricolore 2019», che in questa edizione ha per tema «Le nuove frontiere della Politica – Dal post-ideologismo ai social media». A organizzare l’evento hanno voluto esserci rispettivamente le fondazioni «Nazione Futura», «Tatarella», «Giuseppe e Marzio Tricoli» e l’«Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici» (ISSPE), con il patrocinio della fondazione «Alleanza Nazionale». Non solo, dunque, per l’attualità del tema, ma soprattutto per il respiro nazionale che si è voluto dare anche grazie alla partecipazione della senatrice Isabella Rauti Presidente del «Centro Studi Pino Rauti» e del giovane editore e autore Francesco Giubilei (è stato inserito da «Forbes» tra i 100 under30 più influenti d’Italia, nonché spesso ospite nei network televisivi più importanti quali Rai, La7 e Mediaset). A lui spetterà, tra l’altro, il compito di assegnare il «Premio per la Cultura della Legalità» (ovvero una piccola quercia, che rappresenta il radicamento ai valori legalitari, realizzata in marmo di Custonaci ad opera dello scultore Giuseppe Cortese), che ogni anno viene attribuito a delle personalità che si sono contraddistinte nelle loro attività, per aver contrastato direttamente la criminalità mafiosa e/o per aver diffuso, per l’appunto, un’apposita cultura di contrasto. In questa edizione 2019 si è voluta riprendere la celebre frase di Paolo Borsellino, puntuale figura di riferimento del «Centro Studi Dino Grammatico», dove si ricorda che «purtroppo i giudici possono agire solo in parte nella lotta alla mafia. Se la mafia è un’istituzione antistato che attira consensi perché ritenuta più efficiente dello Stato, è compito della scuola rovesciare questo processo perverso, formando giovani alla cultura dello Stato e delle Istituzioni» e, infatti, il premio verrà assegnato a Maria Concetta Marino, che da decenni opera sul territorio, sia nella veste di dirigente dell’«Associazione Antiracket e Antiusura Trapani» che d’insegnante, attraverso progetti di legalità finalizzati a far comprendere proprio alle nuove generazioni il disvalore di «cosa nostra». È prevista, la partecipazione di numerosi parlamentari nazionali e regionali (Carolina Varchi, Antonio Catalfamo) e ha confermato la sua presenza anche l’assessore regionale al Turismo Manlio Messina. A moderare l’incontro il giornalista Alberto Samonà.

[Fonte: livesicilia.it]




A Custonaci si terrà la tradizionale «Giornata Tricolore 2019»


Si terrà a Custonaci, sabato 28 settembre (ore 10.00) presso la Sala Conferenze di Villa Zina Park Hotel, la tradizionale «Giornata Tricolore 2019», che in questa edizione ha per tema «Le nuove frontiere della Politica – Dal post-ideologismo ai social media»

 

«Anche quest’anno l’occasione d’incontro della «Giornata Tricolore» è imperdibile, ed oltre al «Centro Studi Dino Grammatico», ad organizzare l’evento hanno voluto esserci rispettivamente le fondazioni «Nazione Futura», «Tatarella», «Giuseppe e Marzio Tricoli» e l’«Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici» (ISSPE), con il patrocinio della fondazione «Alleanza Nazionale».

Non solo, dunque, per l’attualità del tema, ma soprattutto per il respiro nazionale che si è voluto dare anche grazie alla partecipazione della Senatrice Isabella Rauti Presidente del «Centro Studi Pino Rauti» e del giovane editore ed autore Francesco Giubilei (è stato inserito da «Forbes» tra i 100 under30 più influenti d’Italia, nonché spesso ospite nei network televisivi più importanti quali Rai, La7 e Mediaset). A lui spetterà, tra l’altro, il compito di assegnare il «Premio per la Cultura della Legalità» (ovvero una piccola quercia, che rappresenta il radicamento ai valori legalitari, realizzata in marmo di Custonaci ad opera dello scultore Giuseppe Cortese), che ogni anno viene attribuito a delle personalità che si sono contraddistinte nelle loro attività, per aver contrastato direttamente la criminalità mafiosa e/o per aver diffuso, per l’appunto, un’apposita cultura di contrasto. In questa edizione 2019 si è voluta riprendere la celebre frase di Paolo Borsellino, puntuale figura di riferimento del «Centro Studi Dino Grammatico», dove si ricorda che «purtroppo i giudici possono agire solo in parte nella lotta alla mafia. Se la mafia è un’istituzione antistato che attira consensi perché ritenuta più efficiente dello Stato, è compito della scuola rovesciare questo processo perverso, formando giovani alla cultura dello Stato e delle Istituzioni» e, infatti, il premio verrà assegnato a Maria Concetta Marino, che da decenni opera sul territorio, sia nella veste di dirigente dell’«Associazione Antiracket e Antiusura Trapani» che d’insegnante, attraverso progetti di legalità finalizzati a far comprendere proprio alle nuove generazioni il disvalore di «cosa nostra». Ovviamente al dibattito aperto accorreranno, come ogni anno, da tutta l’Isola. È prevista, infatti, la partecipazione di numerosi parlamentari nazionali e regionali (Carolina Varchi, Antonio Catalfamo, etc..) ed ha confermato la sua presenza anche l’«Assessore Regionale al Turismo» Manlio Messina. A moderare l’incontro è stato chiamato, infine, il direttore de «ilsicilia.it» Alberto Samonà».

Custonaci lì, 23 settembre 2019.

Comunicato stampa – Centro Studi Dino Grammatico GT2019
[File pdf – 395 Kb]

La locandina della manifestazione

La locandina della manifestazione

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ecodisicilia.com - Custonaci (Tp): verso la giornata tricolore 2019


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Si terrà a Custonaci, nel trapanese, sabato 28 settembre la giornata tricolore 2019 che propone per quest’anno il tema “Le nuove frontiere della politica – dal post ideologismo ai social media”. Appuntamento alle 10.00 nella sala conferenze di villa Zina Park hotel.

L’evento è stato organizzato dal centro studi Dino Grammatico in collaborazione con le fondazioni Nazione futura, Tatarella, Giuseppe e Marzio Tricoli e l’istituto siciliano di studi politici ed economici con il patrocinio della fondazione Alleanza nazionale.

Non solo, dunque, per l’attualità del tema, ma soprattutto per il respiro nazionale che si è voluto dare anche grazie alla partecipazione della senatrice Isabella Rauti, presidentessa del centro studi Pino Rauti e del giovane editore ed autore Francesco Giubilei, inserito da Forbes tra i 100 under30 più influenti d’Italia, nonché spesso ospite nei network televisivi più importanti quali Rai, La7 e Mediaset.

A lui spetterà, tra l’altro, il compito di assegnare il premio per la cultura della legalità, una piccola quercia che rappresenta il radicamento ai valori legalitari, realizzata in marmo di Custonaci ad opera dello scultore Giuseppe Cortese. Ogni anno il premio viene attribuito a delle personalità che si sono contraddistinte nelle loro attività, per aver contrastato direttamente la criminalità mafiosa e/o per aver diffuso un’apposita cultura di contrasto.

In questa edizione 2019 si è voluta riprendere la celebre fase di Paolo Borsellino, puntuale figura di riferimento del centro studi Dino Grammatico, dove si ricorda che “purtroppo i giudici possono agire solo in parte nella lotta alla mafia. Se la mafia è un’istituzione antistato che attira consensi perché ritenuta più efficiente dello Stato, è compito della scuola rovesciare questo processo perverso, formando giovani alla cultura dello Stato e delle istituzioni”.

Il premio sarà assegnato a Maria Concetta Marino che da decenni opera sul territorio nella veste di dirigente dell’associazione Antiracket e antiusura Trapani che di insegnante, attraverso progetti di legalità finalizzati a far comprendere proprio alle nuove generazioni il disvalore di Cosa nostra.

È prevista la partecipazione di numerosi parlamentari nazionali e regionali ed è stata confermata anche la presenza dell’assessore regionale al turismo, Manlio Messina. A moderare l’incontro sarà il direttore de ilsicilia.it, Alberto Samonà.

[Fonte: www.ecodisicilia.com]




ilSicilia.it - La “Giornata Tricolore 2019” a Custonaci


https://www.youtube.com/watch?v=mTxSQcZPz0M

Si terrà a Custonaci (TP), sabato 28 settembre (ore 10.00) presso la Sala Conferenze di Villa Zina Park Hotel, la tradizionale «Giornata Tricolore 2019», che in questa edizione ha per tema «Le nuove frontiere della Politica – Dal post-ideologismo ai social media».

Locandina-GT-2019-768x1097Anche quest’anno l’occasione d’incontro della “Giornata Tricolore” è imperdibile, ed oltre al “Centro Studi Dino Grammatico” ad organizzare l’evento hanno voluto esserci rispettivamente le fondazioni “Nazione Futura, “Tatarella”, “Giuseppe e Marzio Tricoli” e l’Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici (ISSPE), con il patrocinio della fondazione “Alleanza Nazionale”. Non solo, dunque, per l’attualità del tema, ma soprattutto per il respiro nazionale che si è voluto dare anche grazie alla partecipazione della Senatrice Isabella Rauti Presidente del “Centro Studi Pino Rauti” e del giovane editore ed autore Francesco Giubilei (è stato inserito da “Forbes” tra i 100 under30 più influenti d’Italia, nonché spesso ospite nei network televisivi più importanti quali Rai, La7 e Mediaset).

A lui spetterà, tra l’altro, il compito di assegnare il “Premio per la Cultura della Legalità” (ovvero una piccola quercia, che rappresenta il radicamento ai valori legalitari, realizzata in marmo di Custonaci ad opera dello scultore Giuseppe Cortese), che ogni anno viene attribuito a delle personalità che si sono contraddistinte nelle loro attività, per aver contrastato direttamente la criminalità mafiosa e/o per aver diffuso, per l’appunto, un’apposita cultura di contrasto.

In questa edizione 2019 si è voluta riprendere la celebre frase di Paolo Borsellino, puntuale figura di riferimento del «Centro Studi Dino Grammatico», dove si ricorda che «purtroppo i giudici possono agire solo in parte nella lotta alla mafia. Se la mafia è un’istituzione anti-Stato che attira consensi perché ritenuta più efficiente dello Stato, è compito della scuola rovesciare questo processo perverso, formando giovani alla cultura dello Stato e delle Istituzioni» e, infatti, il premio verrà assegnato a Maria Concetta Marino, che da decenni opera sul territorio, sia nella veste di dirigente dell’«Associazione Antiracket e Antiusura Trapani» che d’insegnante, attraverso progetti di legalità finalizzati a far comprendere proprio alle nuove generazioni il disvalore di cosa nostra.

Ovviamente al dibattito aperto accorreranno, come ogni anno, da tutta l’Isola. È prevista, infatti, la partecipazione di numerosi parlamentari nazionali e regionali (Carolina Varchi, Antonio Catalfamo, etc..) ed ha confermato la sua presenza anche l’Assessore Regionale al Turismo Manlio Messina.

A moderare l’incontro è stato chiamato, infine, il direttore de ilSicilia.it Alberto Samonà.

[Fonte: www.ilsicilia.it]




CataniaOggi.it - A Custonaci si terrà la tradizionale «Giornata Tricolore 2019»


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«Anche quest’anno l’occasione d’incontro della «Giornata Tricolore» è imperdibile, ed oltre al «Centro Studi Dino Grammatico», ad organizzare l’evento hanno voluto esserci rispettivamente le fondazioni «Nazione Futura», «Tatarella», «Giuseppe e Marzio Tricoli» e l’«Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici» (ISSPE), con il patrocinio della fondazione «Alleanza Nazionale». Non solo, dunque, per l’attualità del tema, ma soprattutto per il respiro nazionale che si è voluto dare anche grazie alla partecipazione della Senatrice Isabella Rauti Presidente del «Centro Studi Pino Rauti» e del giovane editore ed autore Francesco Giubilei (è stato inserito da «Forbes» tra i 100 under30 più influenti d’Italia, nonché spesso ospite nei network televisivi più importanti quali Rai, La7 e Mediaset).A lui spetterà, tra l’altro, il compito di assegnare il «Premio per la Cultura della Legalità» (ovvero una piccola quercia, che rappresenta il radicamento ai valori legalitari, realizzata in marmo di Custonaci ad opera dello scultore Giuseppe Cortese), che ogni anno viene attribuito a delle personalità che si sono contraddistinte nelle loro attività, per aver contrastato direttamente la criminalità mafiosa e/o per aver diffuso, per l’appunto, un’apposita cultura di contrasto. In questa edizione 2019 si è voluta riprendere la celebre frase di Paolo Borsellino, puntuale figura di riferimento del «Centro Studi Dino Grammatico»,dove si ricorda che «purtroppo i giudici possono agire solo in parte nella lotta alla mafia.
Se la mafia è un’istituzione antistato che attira consensi perché ritenuta più efficiente dello Stato, è compito della scuola rovesciare questo processo perverso, formando giovani alla cultura dello Stato e delle Istituzioni» e, infatti, il premio verrà assegnato a Maria Concetta Marino, che da decenni opera sul territorio, sia nella veste di dirigente dell’«Associazione Antiracket e Antiusura Trapani» che d’insegnante, attraverso progetti di legalità finalizzati a far comprendere proprio alle nuove generazioni il disvalore di «cosa nostra». Ovviamente al dibattito aperto accorreranno, come ogni anno, da tutta l’Isola. È prevista, infatti, la partecipazione di numerosi parlamentari nazionali e regionali (Carolina Varchi, Antonio Catalfamo, etc..) ed ha confermato la sua presenza anche l’«Assessore Regionale al Turismo» Manlio Messina. A moderare l’incontro è stato chiamato, infine, il direttore de «ilsicilia.it» Alberto Samonà».

[Fonte: cataniaoggi.it]




Linkiesta.it - Delle Chiaie, l’uomo dei misteri: “Un sovversivo megalomane e teatrale”


Il docente Elia Rosati ricorda i tanti segreti che Stefano Delle Chiaie, esponente della destra radicale italiana, si è portato con sé nella tomba. Misteri legati alle stragi nere di Piazza Fontana e Bologna. Latitante fino al 1987, è morto a 83 anni

Delle Chiaie, l’uomo dei misteri “Un sovversivo megalomane e teatrale”

«Qual è la sua professione?». Risposta: «Sono un rivoluzionario al servizio dell’idea». Quella fascista, naturalmente. Con la morte di Stefano Delle Chiaie, scompare l’ultimo “grande vecchio” del neofascismo italiano, accusato di concorso in strage nell’attentato di Bologna del 1980, ma assolto poi per insufficienza di prove. «La teatralità e l’autocompiacenza erano il suo tratto distintivo», dice Elia Rosati, docente a contratto dell’Università degli Studi di Milano, esperto di destre e fascismo. Due tratti che emergono nell’intervista concessa a Enzo Biagi in una foresta colombiana durante la latitanza, nel 1983, prima di essere catturato nel 1987 a Caracas.

Il periodo all’estero fu una delle tante fasi nella vita della primula nera del terrorismo, vero e proprio spauracchio evocato in tutte le stragi e i disordini di matrice fascista che insanguinarono l’Italia tra gli anni Sessanta e Settanta. «Delle Chiaie fu il simbolo di Avanguardia Nazionale e, insieme a Rauti, Graziani e Freda, uno dei dirigenti più importanti del mondo della destra extraparlamentare», spiega Rosati.

Il golpe Borghese? Un colpo di Stato ipotetico, ma se ci fosse stato realmente io ne avrei fatto parte

Noto sin dalla metà degli anni Sessanta nel mondo della destra eversiva romana, fu uno dei leader delle bande di picchiatori fascisti responsabili della morte dello studente socialista Paolo Rossi nel 1966, precipitato da una scalinata a seguito dei durissimi scontri davanti alla facoltà di Lettere, e nel 1968 tentò di inflitrarsi con le sue bande durante gli scontri di Valle Giulia. Il suo nome, però, era resta indissolubilmente legato alla strategia della tensione. «Fu protagonista nella stagione delle stragi nere del periodo, è vero, ma era abile anche nei depistamenti: non fu casuale il ritrovamento di manifesti maoisti nelle sedi di Avanguardia Nazionale nel 1966, servivano per far montare lo scontro tra rossi e neri».

Uno scontro che si acuì tra il 1969 e il 1970, gli anni di Piazza Fontana e il golpe Borghese. Anni in cui il pericolo fascista si fece sentire forte, anzi fortissimo. «Il 12 dicembre 1969 Delle Chiaie sparisce. Non c’è solo l’attentato a piazza Fontana per il quale gli fornirà l’alibi Mario Merlino, suo amico e sodale dentro Avanguardia Nazionale, ma anche le bombe nella Capitale, il suo territorio. Era impossibile che lui non ne sapesse niente».

Pochi mesi più tardi il pericolo eversivo torna a bussare alle porte di Roma: il fallito colpo di Stato spaventa l’Italia. Delle Chiaie si dichiara ufficialmente all’estero ma più parti lo vorrebbero parte attiva del golpe, addirittura come colui che doveva occupare il ministero degli Interni. Un’ipotesi probabilmente non così campata in aria, visto che qualche anno più tardi lo stesso Delle Chiaie definì il golpe Borghese «un colpo di Stato ipotetico, ma se ci fosse stato realmente io ne avrei fatto parte». Un detto-non detto tipico del personaggio. Il rapporto con Junio Valerio Borghese invece era verissimo e lasciava poco all’immaginazione, visto che «quando morì nel 1974, ai suoi funerali in molti fecero le condoglianze a Delle Chiaie, considerato il suo secondo».

Quando morì Borghese nel 1974, ai suoi funerali in molti fecero le condoglianze a Delle Chiaie, considerato il suo secondo

Gli anni Settanta e Ottanta li passa latitante in giro per il mondo, dalla Spagna franchista al Cile di Pinochet e all’Argentina guidata dai militari. «In tutti i posti dov’è stato il compito affidatogli dai regimi era solo uno: reprimere le voci dissidenti, soprattutto comunisti». Un tour per il mondo che lo porta a entrare in contatto con potenti e servizi segreti, così come nel nostro Paese. Infatti «erano risaputi i suoi rapporti con l’Ufficio affari riservati dei servizi segreti italiani, dedito ai depistaggi, con Licio Gelli e con l’Aginter Press, centrale di depistaggio internazionale della Strategia della tensione europea, presente a Lisbona». Un tratto che però non modificò la sua narrazione, visto che «si definiva un puro, uno diverso dagli altri eversivi che faceva accordi sottobanco».

Purezza e diversità, vere o presunte tali, rimasero la sua cifra stilistica anche da politico. Dall’ala giovanile del Movimento sociale italiano a Ordine Nuovo con Rauti fino ad Avanguardia Nazionale, Delle Chiaie cercò sempre di rappresentare il carattere più radicale e sovversivo della Destra. Anche negli anni Novanta, quando Rauti divenne segretario del Msi, divenuta nel 1994 Alleanza Nazionale grazie a Gianfranco Fini e alla svolta di Fiuggi, che la depurò di tutti gli accenti estremisti, Delle Chiaie decise di rimanere distante da questo mondo, scommettendo sulla diversità di una certa Destra. «Sperava che molti ex missini non accettassero la normalizzazione imposta da Fini e puntò sui suoi contatti. Non bastò perché ormai la sua stagione era finita: le nuove leve mal sopportavano le vecchie glorie passate».

La Lega Nazionale Popolare fu un flop, ma questo comunque non intaccò il credito che ancora vantava. “Comandante, Guidaci alla Rivoluzione!”, il grido del leghista Mario Borghezio rivolto a Delle Chiaie durante un incontro promosso dalla ricostituita Avanguardia Nazionale nel 2015. Cosa resterà di questi gruppi, più nostalgici che politicamente attivi, adesso che il leader non c’è più, è un mistero. «La morte di Delle Chiaie lascia irrisolti tanti interrogativi: solo lui avrebbe potuto spiegare la strategia della tensione europea, i collegamenti con gli apparati Nato in funzione anticomunista, i responsabili di stragi come piazza Fontana e Bologna». Segreti che non conosceremo mai: il protagonista di una delle pagine più buie della storia repubblicana italiana ha deciso di conservarli fino alla fine.

[Fonte: www.linkiesta.it]




metropolitanmagazine.it - Morto il neofascista Stefano Delle Chiaie


Morto il neofascista fondatore di Avanguardia nazionale

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Al Vannini, la notte scorsa è morto il neofascista Stefano Delle Chiaie. Fondatore dei Avanguardia. Esponente della destra neofascista, i cosiddetti “neri” che occupavano la parte più estrema dell’ideologia di destra. Aveva 82 anni.
Il passato di Stefano Delle Chiaie è stato degno delle più “spericolate” serie tv che adesso riempiono gli “spazi orari” delle nostre giornate quotidiane.
Il suo vissuto più tosto burrascoso e movimentato. Conosce l’apice nel momento in cui il PM lo indaga per la strage di Bologna, assolto per insufficienza di prove. Coinvolto anche nella strage di piazza Fontana ed assolto per non aver commesso il fatto, viene accusato anche per alcuni attentati sui treni.
Autore del libro L’Aquila ed il Condor: storia di un militante politico dove racconta la sua visione di quell’epoca vissuta in prima linea.
Fu latitante dal 1970, sottraendosi alla chiamata della testimonianza riguardo il ruolo di Mario Merlino nella strage di piazza Fontana.
Fondatore di Avanguardia Nazionale, cominciò i suoi trascorsi politici frequentando i salotti del Movimento Sociale Italiano a soli quattordici anni. A vent’anni si staccò, andando sotto la “corte” di Pino Rauti, presso il Movimento Politico Ordine Nuovo, partito di estrema destra extraparlamentare.
“Recitò” un ruolo chiave nelle lotte tra i due estremi avversi. Negli anni ’70 fu chiamato a testimoniare riguardo la questione dell’attentato a Piazza Fontana. Dopo alcune testimonianze, senza apparente motivo, si allontanò scappando in Spagna dove entrò in contatto con l’Aginter Press, un associazione sovversiva fascista che si celava dietro un’agenzia di stampa fondata a Lisbona.
Nel 1973 si occupò di unire il movimento Ordine Nuovo, figlio del precedente Movimento politico sciolto perché accusato di ricostituzione del partito Fascista, con Avanguardia, non ancora indagata.
Conobbe Augusto Pinochet nel 1974 che rincontrò nel 1975 a Madrid per i Funerali di Franco.

La latitanza in Sud America
La conoscenza del dittatore gli permise di avere un ufficio a Santiago del Cile dove si occupò di propaganda e controinformazione sullo stile dell’Aginter Press. Pinochet lo coinvolse nelle riunioni del DINA (Dirección de inteligencia nacional) e nell’operazione Condor.
Andò in Argentina prima ed in Bolivia poi dove prese parte al colpo di Stato di Luis García Meza Tejada.

Il golpe
Venne accusato di aver partecipato attivamente al tentato Golpe avvenuto in italia. Declinò la sua partecipazione affermando di trovarsi in quel tempo a Barcellona.
Negli anni 90 tentò il rientro in politica organizzando una riunione con altri movimenti di estrema destra.
Prima del suo 83esimo compleanno muore il neofascista Stefano Delle Chiaie.

[Fonte: www.metropolitanmagazine.it]




V-News.it - Morto Stefano Delle Chiaie, politico controverso legato a Presenzano


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Nato a Caserta nel 1936 per anni, pur di sfuggire alla giustizia, ha vissuto da latitante fino a quando il 27 marzo del 1997 a Caracas viene catturato dalla polizia italiana. Nel 1969 era finito nell’inchiesta su Piazza Fontana e, poco prima di testimoniare, aveva deciso di fuggire in Spagna. Nel 1974 conosce Pinochet e si trasferisce in Cile

È morto la notte scorsa a Roma Stefano Delle Chiaie, 82 anni, esponente della Destra radicale, già nel Movimento Sociale Italiano e fondatore di Avanguardia Nazionale, assolto per insufficienza di prove per la strage di Bologna. Era ricoverato all’ospedale Vannini.

Nato a Caserta nel 1936 per anni, pur di sfuggire alla giustizia italiana, ha vissuto da latitante fino a quando il 27 marzo del 1997 a Caracas non venne catturato dalla polizia italiana. A 14 anni, aveva aderito al Movimento Sociale Italiano per poi uscirne pochi anni dopo insieme a Pino Rauti e fondare il Centro Studi Ordine Nuovo. Nel 1962 lascia anche Rauti per fondare l’Avanguardia Nazionale Giovanile che in seguito si scioglierà con gli arresti dei suoi militanti. Nel 1965 prende parte al convegno dell’hotel Parco dei Principi dei neofascisti italiani e nel 1966 organizza la prima azione di depistaggio affiggendo manifesti che inneggiavano all’Unione Sovietica Stalinista: anni dopo affermò che si trattava di un’azione voluta dalla Cia e da ambienti anticomunisti italiani.

Nel 1969 Delle Chiaie finisce nell’inchiesta su Piazza Fontana e, poco prima di testimoniare, decide di fuggire in Spagna. Nel 1974 conosce Pinochet e si trasferisce in Cile. Troverà poi rifugio in diversi paesi sudamericani dove è inseguito da un mandato di cattura per concorso in strage. Durante una di queste fughe, in Bolivia, viene ferito gravemente da agenti italiani del Sisde e della Cia. Il 27 marzo 1987, dopo diciassette anni di latitanza e da cinque inseguito da mandato di cattura per associazione sovversiva, banda armata e concorso in strage Delle Chiaie si lascerà arrestare a Caracas in Venezuela dalla polizia per essere estradato in Italia. Nel 1991 venne assolto dall’accusa di associazione eversiva per la strage di Piazza Fontana del 1969. Per quanto riguarda invece la strage di Bologna, i giudici di lui avevano detto: “Non esistono le prove di diretti coinvolgimenti di Avanguardia Nazionale o di suoi esponenti nella strage di Bologna e negli altri attentati del 1980, mancano o sono risultate false”.

[Fonte: www.v-news.it]