Ma quanto è “grande” il Foro Mussolini!

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Tutti i quotidiani, anche quelli di Sinistra, hanno pubblicato, con foto, articoli e servizi sul ritrovamento di un grande e bellissimo mosaico nella Palestra del Foro Mussolini, detta Luigi Moretti perché fu da quel famoso architetto edificata nel 1936 – 1937.

La Palestra ebbe come “committente”, Benito Mussolini e allora, venne infatti, chiamata “Palestra del Duce”. Situata al I ° piano dell’edificio di Costantino Costantini – che ospitava le Terme – era posta in posizione simmetrica rispetto all’Accademia di Educazione Fisica. La descriviamo, per nostra – e soprattutto altrui – cultura e documentazione.

L’ingresso e un piccolo vestibolo – con un mosaico pavimentale a tessere di marmo bianco, nero e rosso su disegno di Gino Severini – immettono nella zona principale destinata alla ginnastica del Duce. In un angolo di questo ambiente venne ricavato un piccolo spazio per il riposo e il ristoro, separato per mezzo di una composizione di lastre di marmo intarsiate nel linoleum e arredato con poltrone, una ghiacciaia, un porta-frutta e una pianta in vaso. Un grande schermo rivestito di marmo divideva l’ambiente principale dalla fascia dei servizi distribuiti su due livelli: al primo livello trovavano posto gli spogliatoi, il bagno e la doccia, mentre al livello superiore, servito da una scala elicoidale, era alloggiato uno spazio per la cura del sole artificiale. L’arredamento – estremamente semplice – non fu disegnato espressamente.

Uno dei lati lunghi presentava una serie di finestre, chiuse da una grande tenda in crespone di tinta ocra forte, che filtrava la luce naturale in modo da illuminare l’ambiente con una luce costante al variare del giorno e della sera.

Grande importanza venne invece dedicata all’apparato decorativo: rivestimento marmoreo disposto con le venature a specchio a quadruplice apertura, statue in bronzo dorato di Silvio Canevari, mosaici a tessere di marmo nero e bianco con figure su cartone di Gino Severini.

Ubicazione degli archivi cartacei o fotografici: Archivio Centrale dello Stato di Roma, Fondo Luigi Moretti; Archivio Plinio Marconi, Roma. Bibliografia essenziale: F Bucci, M. Mulazzani, Luigi Moretti. Opere e scritti, Milano, Electa, 2000; G. Strappa, G. Mercurio, Architettura moderna a Roma e nel Lazio, 1920-1945. Atlante, Roma, Edilstampa, 1996, p. 184. L. Finelli, Luigi Moretti: la promessa e il debito. Architetture 1926 – 1973, Roma, Officina edizioni, 1989, pp. 36-38; C.Severati (a cura di), L’architettura di Luigi Moretti, in

“Parametro”, n. 154, 1987; S.Santuccio (a cura di), Luigi Moretti, Bologna, Zanichelli, 1986, pp. 42-43; R. Bonelli, Moretti, Roma, Editalia, 1975; s.a., Palestra del duce alle Terme del Foro Mussolini, in “Architettura”, dicembre 1940, pp. 583-593.

Qualche cenno sul Foro Mussolini, il cui “padre” fu, Renato Ricci, sottosegretario all’Educazione nazionale e fondatore dell’Opera Nazionale Balilla (O.N.B.)

Nella fase di progettazione furono scartate tre posizioni logistiche potenzialmente disponibili: quella dell’attuale città Universitaria, la zona di Casal Palocco e l’area in cui fu costruito negli anni ’60 il Villaggio Olimpico. La scelta definitiva si concentrò su un’area

soggetta alle piene del Tevere, che da pantano fu presto bonificata e resa adatta ad accogliere il progetto.

Ricci stesso, attraverso la Sopraintendenza alle Belle Arti,fece poi apporre il vincolo di non edificabilità a tutte le circostanti colline di Monte Mario, promovendo la nascita di quella che ancora oggi rappresenta una cornice verde per il Foro e un’area altrettanto verde per tutta la città di Roma. Gli architetti Costantini e Pintonello (allora ventiquattrenni! furono chiamati per la progettazione e costruzione delle Terme e delle Piscine (delle quali una pensile) e dell’Obelisco. Il progetto del Piazzale dell’Impero fu affidato all’architetto Moretti; la Fontana della Sfera, agli architetti Pediconi e Paniconi.

Fra il Lungotevere, Piazza Lauro de Bosis, lo Stadio Olimpico, Viale delle Olimpiadi, Viale dei Gladiatori, Ponte Duca d’Aosta e la Farnesina, sorgono l’Obelisco, il Palazzo del Coni, l’Isef (ora Iusm), lo Stadio del Nuoto, i Mosaici, la Fontana della Sfera, lo Stadio della Pallacorda, lo Stadio dei Marmi. Dal Lungotevere, quartiere Flaminio, se l’ingresso è il Ponte Duca D’Aosta (lungo 220 mt. E largo 30, progetto di V. Fasolo, inaugurato nel 1942, intitolato al Duca Emanuele Filiberto di Savoia – Aosta, eroe della prima guerra mondiale), il primo incontro è con l’Obelisco di Mussolini (opera ideata da Costantini, innalzato nel 1932, costituito da un monolitico in marmo di Carrara rappresentante un fascio littorio, alto 17,5 metri per 350 tonnellate di peso, che raggiunge con il basamento e con la cuspide dorata la dimensione complessiva di m 36,59). Da qui, la visuale presenta a destra il Palazzo del Coni, al Centro il complesso dell’Isef, a sinistra il Palazzo e lo Stadio del nuoto. Proseguendo in avanti, si percorre il Viale dei Mosaici pavimentali. All’interno del Foro, al centro, la Fontana della Sfera, a sinistra lo Stadio della Pallacorda e a destra lo Stadio dei Marmi.

Il Foro Italico è naturalmente ancora oggi nel cuore di Roma. Ed ancora oggi, citato nelle guide per turisti e nei libri di storia dell’arte all’estero, ma è pressoché assente dai testi scolastici e storiografici italiani. Le opere d’arte che lo costituiscono sono le stesse dove tutto l’anno è possibile scrivere con vernice spray (i marmi) ed esercitarsi con pattini e skateboard (i mosaici pavimentali).

Umberto Giusti

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