Sino al 27 giugno Seicento inquieto a Castel Sismondo

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Arte e Cultura a Rimini, tra Cagnacci e Guercino, a Castel Sismondo, in quella che era la dimora – fortezza di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Ecco gli “antefatti” della sede della Mostra.

Il 29 marzo 1999 la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini ha firmato una convenzione con il Comune di Rimini riguardante “la promozione, il sostegno e il coordinamento delle attività culturali nella Rocca Malatestiana”.

Con tale atto, la Fondazione si è impegnata a: finanziare il completamento nell’arco di tre anni dei restauri del quattrocentesco edificio, il cui cantiere di ripristino era aperto dalla fine degli anni sessanta; farsi carico della gestione del complesso di Castel Sismondo per un periodo di 30 anni, assicurandone la fruibilità pubblica.

Si tratta dell’intervento forse più importante tra quelli che la Fondazione Cassa di Risparmio ha finora compiuto, per il significato culturale, per l’impatto sulle attività del centro storico di Rimini, per la stessa complessità del progetto.

Il complesso di Castel Sismondo, detto anche “Rocca Malatestiana” (fatto costruire da Sigismondo Pandolfo Malatesta tra il 1437 e il 1446, e alla cui progettazione non sarebbe estraneo il grande architetto Filippo Brunelleschi), si articola in quattro parti comunicanti tra loro: il Palazzo di Isotta, su tre piani comunicanti tra loro; il corpo centrale dei servizi, su due piani; il cortile grande, di notevole superficie; e il Maschio, che è la parte centrale e più suggestiva dell’intero complesso, con due piani collegati tra loro da uno scalone elicoidale posto nella Torre maggiore. Complessivamente, tra parti coperte e cortili, la Rocca ha una superficie di oltre 3.300 mq.

Nel pieno rispetto della convenzione, la Fondazione Cassa di Risparmio ha portato a termine i lavori di ripristino di Castel Sismondo in meno di due anni, rendendone possibile l’apertura al pubblico – in occasione della grande mostra “Il potere le arti la guerra: lo splendore dei Malatesta” – dal 3 marzo 2001.

Alla chiusura della mostra sono stati eseguiti nel Castello alcuni lavori di rifinitura e sistemazione – conseguenti anche alla preziosa esperienza di utilizzo compiuta con la mostra stessa – che hanno consentito il pieno completamento della Rocca e la sua disponibilità pubblica già a partire dall’inizio del 2002.

Intento della Fondazione Cassa di Risparmio è quello di fare di Castel Sismondo un luogo permanentemente visitabile sotto il profilo monumentale e in grado, altresì, di ospitare iniziative in campo culturale e artistico.

I Malatesta

Le prime notizie storiche sulla famiglia Malatesta risalgono all’XI secolo, ma si tratta di riferimenti indiretti e insicuri, dai quali non è facile determinare con esattezza l’origine della famiglia, la sua effettiva potenza, il ruolo politico e sociale. Quasi certamente si tratta di un

ceppo gentilizio cittadino, il cui progressivo potere si fondò su una estesa proprietà agraria nel Contado Riminese e nei territori limitrofi e sul possesso di castelli e giurisdizioni feudali su centri minori (fra gli altri Verucchio, Sogliano, alcuni paesi del Montefeltro). Da questa base patrimoniale e feudale, estranea alla dimensione cittadina, anzi quasi minacciosamente dispiegata a tenaglia attorno alla giurisdizione della città, i Malatesta poterono quindi, sempre più incisivamente, controllare e condizionare i movimenti, i traffici e gli stessi approvvigionamenti alimentari del potente libero Comune di Rimini.

Autorevoli capi della fazione Guelfa, i Malatesta giurarono nel 1216 la cittadinanza riminese. In cambio di questa formale sottomissione il Comune concedeva ai Malatesta particolari condizioni di privilegio, fra le quali il diritto di non risiedere in Rimini (e quindi di sottrarsi al controllo politico del Comune) se non in caso di guerra, e inoltre regalava alcune case fortificate poste a cavallo delle mura cittadine e della “Porta del Gattolo”; il che assicurava ai già potenti signori anche il controllo militare di uno degli accessi della città. Dal 1295, sconfitta definitivamente la fazione Ghibellina, capeggiata dalla famiglia dei Parcitadi (casata probabilmente discendente da antichi dignitari bizantini), i Malatesta

diventano gli effettivi Signori di Rimini e lo rimarranno ininterrottamente fino agli inizi del Cinquecento, estendendo via via il loro dominio a tutta la Romagna orientale e a considerevoli porzioni delle Marche nord-occidentali e del Montefeltro (Pesaro, Fano, Fossombrone, Senigallia, Sassocorvaro, Mondavio, San Leo, Pennabilli, etc.) divenendo una delle più importanti dinastie signorili dell’Italia padana, dalle ramificate parentele con tutte le più importanti Casate nord-italiane, come i Gonzaga, i Visconti, i Da Camino, gli Este, gli Sforza, e i Da Polenta.

(Informazioni e prenotazioni:Tel. 0541-787669; Sito internet: www.600inquieto.it)

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