Siamo una società “gonfia” di crimini

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Non c’è solo il fenomeno – grave, gravissimo, per le tante conseguenze negative che ha – della obesità dei singoli; siamo anche globalmente, una società “gonfia”, obesa di criminalità. Come dimostrano purtroppo incontestabilmente, tutte le statistiche più recenti, dall’Eurostat di Bruxelles all’Istat e, ultimissime, quelle della Caritas. Queste poi danno un’immagine tristissima dell’Italia, soprattutto a proposito del fenomeno della prostituzione diventato nel volgere di pochi anni un vero e proprio “schiavismo moderno” ; un fenomeno contro il quale sembra non si riesca a combinare niente di serio; con il risultato che, nei suoi confronti, si corrono i rischi, convergenti, dell’assuefazione e della rassegnazione.

Stanno anche emergendo cifre impressionanti; che accreditano a queste Spa- criminali un fatturato enorme; che oscilla fra i 10 e i 20 miliardi di Euro all’anno.

Per circa il 76% dei cinquantamila “soggetti” coinvolti, si tratta prevalentemente di donne e di bambini; e di donne ovviamente assai giovani.

Il “movimento” – in continua crescita riguarda persone che affluiscono in Italia da 54 Paesi; quelli stessi che poi “forniscono”giovani neo – schiavi nel cosiddetto mercato mondiale, dove si è giunti a quota 2 milioni.

Pensiamoci sopra: ogni anno “vengono immessi sul mercato mondiale almeno 2 milioni di esseri umani, che vengono utilizzati nello sfruttamento sessuale (compreso il cosiddetto turismo sessuale) in settori “vicini”: nel lavoro nero, nel traffico di droga e nelle adozioni illegali……

Due convegni, tenutisi nel nostro Paese, confermano quanto sopra: uno a Roma – Organizzato dal Ministero delle Pari Opportunità – e l’altro a Firenze, promosso da “Emmaus Internazionale” e da oltre 30 ONG umanitarie.

Ci sono 5 Paesi che sono in testa agli “invii” in Italia: Nigeria in Africa e poi, Romania, Moldavia, Albania e Ucraina: la nuova Europa “più larga”. Tra i tanti articoli che abbiamo potuto leggere in argomento, ci ha colpito quello che ha scritto sul “Quotidiano Nazionale” Aldo Forbice, il quale fa notare che “per avere un’idea di quanto grosso sia questo busines è sufficiente avere presenti due cifre: primo ogni donna o bambina resa schiava viene valutata sul mercato della criminalità fra 120 e 200 mila euro l’anno; secondo, il ricavo finanziario complessivo per le Spa criminali oscilla tra i 10 e i 20 miliardi di euro l’anno: più del PIL della Nuova Zelanda o della Grecia ed equivalente a quello della Norvegia o della Polonia. I dati della Caritas ci fanno riflettere anche su un altro elemento. I finanziamenti delle ONG, impegnate negli aiuti umanitari, si riducono sempre di più: essi devono ricorrere a sostegni privati perché enti pubblici (dallo Stato agli enti locali) destinano sempre meno risorse. È tutto in contraddizione con leggi più severe che, giustamente, vengono varate dagli Stati (anche in linea con le convenzioni ONU) ma a cui non corrispondono purtroppo risorse finanziarie adeguate e strumenti di polizia e di servizi sociali più efficienti per combattere i nuovi mercanti di carne umana….”

Da notare ancora – e questo è l’unico spiraglio positivo che si sta aprendo – che dei 50.000 “soggetti” coinvolti in Italia, quasi 30.000 “hanno raggiunto in qualche modo i servizi sociali, legali e sanitari presenti sul territorio” e che “una frangia anche abbastanza consistente, poi, è riuscita a sfuggire alla morsa….e ha ottenuto la possibilità di rimanere in Italia con le carte in regola. Fino al 31 dicembre 2004 – ha detto Don Giancarlo Perego , responsabile per il settore, della caritas – i permessi di soggiorno concessi per protezione sociale sono stati 4.286 e alla fine dell’anno in corso supereremo quota 5.000…..

Pino Rauti

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