Emergenza minori grave fra gli stranieri

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Abbiamo riferito di recente, riportandoci ad un ottimamente documentato articolo – sul “Corriere della Sera” – di Fiorenza Sarzanini di quali siano i motivi per i quali aumenta sempre di più il numero degli stranieri in Italia.
Ma c’è un punto, in questa situazione, particolarmente preoccupante e che può far parlare di una vera e propria emergenza minori.
Nella Relazione, sono gli stessi esperti del ministero dell’Interno a sottolineare quanto alta sia la percentuale di chi ha diritto a ottenere una forma di tutela. E ad evidenziare la necessità di individuare i minorenni che si mescolano ai gruppi di migranti che approdano sulle nostre coste. Anche in questo caso sono i numeri a fotografare la situazione. Due anni fa è stata diramata una direttiva per «diminuire il rischio di dispersione dei minori sul territorio, informarli adeguatamente sui loro diritti e sul loro inserimento in un percorso organizzato e protetto, riduzione dei tempi di attesa per la presentazione della domanda di protezione internazionale ». Ebbene, «nell’arco di pochissimi mesi si è passati da una presenza di minori già accolti nei progetti estremamente esigua e poco rilevante e cioè 31 minori presenti a marzo 2007, ad un totale di 295 segnalazioni pervenute dai territori, in seguito alle quali sono state occupate pressoché tutte le strutture preposte all’accoglienza dei minori soli da parte dei progetti territoriali».Anche in questo caso «una quota molto elevata rispetto alle complessive 295 segnalazioni pervenute nell’arco del 2007, è provenuta dalla regione Sicilia, in particolare dalle Prefetture e dai Comuni di Agrigento, Siracusa e Caltanissetta, in relazione alla presenza sempre più significativa di minori stranieri non accompagnati tra le persone sbarcate in Italia sulle coste siciliane». Del resto tra gennaio e agosto del 2008 sono arrivati 1.488 minori in Sicilia, 11 in Sardegna, 52 in Calabria e 5 in Puglia. Nonostante gli interventi, il rapporto evidenzia come l’operazione di inserimento e controllo sia risultata«particolarmente complessa, perché rivolta a ragazzi che, per molteplici ragioni, rimangono in condizione di irregolarità e sono caratterizzati da una forte mobilità sul territorio».

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