In opificio medievale tutta la modernità

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Davvero da seguire l’iniziativa presa a Firenze e a Bagno a Ripoli. Eccola in dettaglio:

“Per l’opificio medievale delle Gualchiere di Remole c’è il progetto di realizzarvi una centrale idroelettrica che produca corrente grazie alla spinta dell’acqua dell’Arno. Entro sei mesi il dipartimento di ingegneria civile dell’Università realizzerà una ricerca sulla fattibilità dell’impianto, che è di proprietà del comune di Firenze ma si trova nel territorio di Bagno a Ripoli, sulla via di Rosano e a 14 chilometri da piazza del Duomo. E il comune di Bagno a Ripoli ha dichiarato di collaborare per questo uso delle “Gualchiere”. Di restaurare e riutilizzare, l’enorme complesso, che è composto da quattro ettari di terreno con edifici rurali e una quarantina di unità immobiliari, si parla da decenni: i progetti si sono sprecati ma si sono sempre scontrati con le grandi necessità finanziarie. Di recente le Gualchiere dovevano diventare un albergo di charme ma anche “museo del fiume” mentre il verde lungo l’Arno sarebbe stato recuperato per trasformarlo in parco fluviale con strutture sportive. E si era fatto avanti anche un gruppo privato per lavorare in project financing.

Per il nuovo progetto di centrale elettrica c’è ora un accordo di ricerca tra il Comune e l’Università, di cui è responsabile il professor Giorgio Federici, ordinario di costruzioni idrauliche. Lo studio, finanziato con 15mila euro, dovrà valutare le portate della traversa delle Gualchiere, che prende acqua dall’Arno, anche in riferimento alla regolazione delle dighe a monte (La Penna, Leva-ne e Bilancino); inoltre dovrà considerare varie ipotesi di derivazione delle acque e la fattibilità degli impianti con analisi di costi e benefici. Il salto del fiume, che si vorrebbe utilizzare per produrz energia elettrica, era già utilizzato nel “Medioevo per muovere i macchinari dellnualchiera”(detta di Remole dall’antico nome delle Sieci), industria di follatura in cui i magli ad acqua, battevano la stoffa, trattata con sapone e argilla, per conferirle consistenza. Nei secoli nel complesso si aprirono anche molini da grano e c’era un traghett (in funzione fino all’alluvione del 1966)che portava persone e carretti in via Aretina.”

I tetti di undici edifici di proprietà del Comune saranno coperti da pannelli fotovoltaici: si vuole produrre energia elettrica dal sole e venderla allo Stato, che incentiva la produzione da fonti rinnovabili, immettendola nella rete trasmissiva nazionale. Il progetto si chiama «Un megawatt nel comune di Firenze» e per attuarlo sono stati individuati gli edifici pubblici più idonei per ospitare gli impianti, tutti fuori del centro storico per evitare difficoltà con la soprintendenza. Gli edifici sono l’Autoparco di viale Manfredo Fanti, la Statistica in via Perfetti Ricasoli, il Centro elaborazione dati di via Reginaldo Giuliani, il Centro di formazione professionale di via Pisana, la direzione del Patrimonio in via Baracca, la sede del Quartiere 5 in viuzzo delle Calvane, l’Edilizia residenziale pubblica nel viale Guidoni, l’Economato in piazza Artom, il Centro florovivaistico in via di Ugnano, la Mobilità in via Marconi e l’Igiene in via del Gignoro. Secondo la relazione tecnica della società Eta (Energia trasporti agricoltura) che ha un contratto di consulenza con il Comune.

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