L’Italia delle colline

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Seguiamo da anni – ormai come abbonati – le pubblicazioni di “Proposte e ricerche”, che è secondo lo scrivente la più bella e completa rivista di storia e cultura locali relativamente all’intera Italia centrale e in particolare alle Marche. E stiamo scorrendo con l’abituale interesse le pagine di un quaderno monografico particolarmente “corposo” (siamo a quota 400 pagine!) dedicato alla “Italia delle colline”; agli “uomini, terre e paesaggi nell’Italia centrale”, nei secoli dal XV al XX.

L’Italia delle colline – pochi ci badano e quasi nessuno ci pensa; neanche a livello governativo – richiama un dato di fondo che è questo: quasi la metà del territorio italiano è costituito da colline mentre le pianure non raggiungono neppure un quarto della superficie complessiva. E poi è sulle colline “che da alcuni millenni si è concentrata l’agricoltura”, almeno fino alla seconda guerra mondiale. Il tratto più esteso delle formazioni collinari – sottolinea Marco Maroni, scrittore e docente di Economia curatore del Quaderno – si concentra nelle regioni centrali della Penisola “ed è proprio all’area tosco-umbro-marchigiana che il libro dedica maggiore attenzione. E c’è tutto, davvero tutto. Perché si parte dalla ripresa agricola dell’età medievale per concludere con la «fine dei contadini», che si è consumata nella seconda metà del Novecento. (P.R.) “Proposte e ricerche” – Museo di Storia della Mezzadria – Piazzale delle Grazie – 60019 – Senigallia (Ancona); tel. 071 7923127; fax: 071 7927684

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