La provincia di Rieti il gusto di scoprirla

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Con il titolo che riprendiamo sopra, uscì a suo tempo – lo ricevemmo con piacere; lo leggemmo con grande interesse; e lo conserviamo con cura – un massiccio volume, davvero “grosso” per dimensioni e per contenuti. E su Rieti c’è tutto. Così si può andare alla scoperta di Rieti, trovando un vero e proprio “gioiello”, non solo in molte zone dove la natura è ancora incontaminata ma anche là dove la storia, la cultura e l’arte, hanno lasciato segni evidenti, sotto qualche aspetto addirittura “clamorosi”.

Nell’opera di Luigi Cremona (gran viaggiatore, dall’Alaska alla Corea e dalla Terra del Fuoco al deserto del Kahahari; ma pure esperto di “cultura gastronomica” e scrittore e giornalista appassionato su questo versante) e con la collaborazione della bravissima Teresa Cremona, che è esperta di turismo – una provincia ancora oggi quasi sconosciuta svela segreti e bellezze – Rieti e la sua “piana”; Rieti e i Santuari Francescani; la Sabina intera con i suoi “borghi” stupendamente conservati (tipo Poggio Bustone e Cantalice, Poggio Maiano e Monteleone e Poggio San Lorenzo, Colle di Tora ed Asirca e Paganico). C’è un borgo che si chiama Orvinio, dal latino Orvinium; ma che nelle storie locali ancora molti continuano a chiamare Canemorto, perché i Saraceni vi furono sconfitti e persero in battaglia il loro Khan o “can”. Sui Monti Lucretili, vi sono i resti dei fortini italici, spazzati via dall’irrompere dei legionari romani; a Canneto, c’è un ulivo maestoso, 45 metri di altezza, 7 metri di diametro del tronco. E’ vecchio di duemila anni; risale al tempo di Numa Pompilio. E poi c’è Farfa, con la sua Abbazia, nota in tutto il mondo. E intorno artigiani che sembrano venire dal Medio Evo, con le loro “botteghe” di cotone, di lino, di lana.

Che più?

Roccantica con le sue strade ripide, con intorno tre cerchie di mura. Casperia con le sue torri e mura. Cantalupo, piccola capitale di un olio che molti dicevano essere il migliore del mondo. E Magliano Sabina, con Cattedrale e Museo Archeologico. E Varone, Tarano, Configni, Montenero, Castelnuovo di Farfa (con Museo dell’Olio), e i minuscoli Grasso e Casaprota.

L’Italia dei paesini è qui; e ancora “resiste” come in poche altre terre d’Italia.

Poi c’è la montagna.

Che non è solo il Terminillo, con i suoi 2.216 metri e tante cime. Dal fiume Velino fino alla Sella di Cantalice e all’ampia piana di Leonessa, si va verso il Parco Nazionale del Gran Sasso e ai monti della Laga. Un <<cuore>> verde, fresco, puro. Con erbe che raccontano leggende locali, con elfi e fate; e i “poteri magici” del sambuco; il sambasso che allungava la vita; l’artiglio di drago (verbena) che dava la forza per le profezie; e il “latte di nocciolo” che faceva crescere forti i bambini…

Ma quasi la metà del “robustissimo” volume – e parliamo, come già detto e ad essere ancora più precisi, di oltre 300 pagine a formato grande! – contiene annotazioni precise su alberghi (e tariffe), sui prodotti tipici (paese per paese) e sui “prodotti di nicchia”, come si usa dire adesso in decine di riviste ormai scatenate su questo; sulle “specialità”, come si diceva una volta, di quei prodotti particolarmente gustosi o saporiti – e sempre con una loro storia alle spalle – dei quali si passa-parola, ad ogni buona (e sapida) occasione.

Tanto per fare un esempio – fra le decine di indicazioni contenute nel “gran libro” di cui diciamo – c’è una frazione di Leonessa (Casanova) dove due rivenditori (Assunta Vannimartini e l’Azienda di Giuseppe Vannimartini) vendono farro, fagioli eccellenti e formaggi che farebbero la fortuna – in città – di quelle “boutiques” del gusto che adesso vanno di moda…con relativi prezzi alle stelle.

E così, ripetiamo, per decine e decine di pagine, con migliaia di nomi (e anche traduzione in inglese!).

Davvero: che si può volere di più?

 

Pino Rauti

(“Provincia di Rieti; il gusto di scoprirla” – di Luigi e Teresa Cremona – a cura della Provincia e della “Fondazione Veronese”, della Cassa di Risparmio di Rieti – Provincia di Rieti – Via Salaria, 3)

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