Libero – Ricordo di un eretico

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Posta prioritaria
di Fausto Carioti

getimage.aspxGentile signor Carioti, in un periodo nel quale la credibilità della classe politica tocca livelli bassissimi, vorrei ricordare un grande personaggio nel quinto anniversario della morte. Pino Rauti fu un politico puro, intellettuale vero e avanti con i tempi, animatore culturale a cui tutta un’area deve molto per la curiosità che si sviluppò attorno a temi inediti e per la profondità delle analisi. Era portatore di una vocazione, era l’elaborazione del pensiero, era lo spiritualismo di Evola spiegato ai giovani missini. Il temibile incendiario di anime, il prigioniero politico in servizio per- manente effettivo è vivo nella nostra memoria. Come disse con efficacia Pietrangelo Buttafuoco, «solo con Rauti la destra poté andare oltre e scoprire l’eresia. La differenza fra lui e le altre destre erano i libri. Era un grande studioso, di dottrina e di prospettiva». Grazie se avrà la possibilità di pubblicare queste righe. Un carissimo saluto con la cordialità di sempre.

Andrea Danubi – Castiglione della Pescaia (GR)
Pubblico con piacere le sue righe, caro signor Danubi. Dal punto di vista culturale appartengo a una tribù di “destra” (thatcheriana, liberista, atlantica, filoisraeliana…) distantissima dal mondo rautiano, ma sono a favore del cosiddetto “fusionismo”, se non altro per una questione di sopravvivenza: o ci si mette d’accordo tra diversi (anglosassoni con mediterranei, ammiratori di Popper e seguaci di Nietzsche), trovando un minimo comune denominatore laddove c’è, ad esempio nella difesa della libertà individuale, e accettando anche il rischio di contaminarsi un po’, oppure passeremo il resto dei nostri anni sugli spalti, a guardare le bande di sinistra che giocano tra loro la partita per il potere nel governo, nei gruppi editoriali e nelle piazze, e alla fine – regolarmente – trovano l’intesa sull’unica cosa capace di tenerle insieme, ovvero l’occupazione di nuovi spazi nella società e nel mercato. Pino Rauti morì a Roma il 2 novembre del 2012, all’età di 86 anni, e dal mio punto di vista la sua caratteristica migliore fu proprio quella che ricorda lei: l’eresia intellettuale, uno dei sinonimi della parola “libertà”. Pure io ho nostalgia di quella destra (ma vale per tutta la classe politica) che, anziché “twittare” e pubblicare imbarazzanti pensierini da terza elementare su Facebook, passava il proprio tempo a leggere libri e magari a scriverne qualcuno che ancora oggi teniamo sugli scaffali e domani lasceremo ai nostri figli.
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