Causati da Prodi i problemi di Prodi

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

“All’origine di tutti i problemi di Romano Prodi – scrive con l’abitudinale franchezza e la consueta lucidità Giuliano Ferrara su “Il Panorama” – c’e’ la variegata tribù che lo circonda”

Ed è vero; è esatto che “Romano Prodi esprime una leadership troppo debole perchè rappresenta, organizza, promuove e coordina un clan troppo forte…”; troppo forte nei suoi confronti, va aggiunto e precisato. Per lui che è – prosegue Ferrara- troppo debole per fare a meno dei Partuti, troppo forte clanicamente per essere sopportato dai partiti, dagli apparati, dai gruppi parlamentari della sua maggioranza e da quella parte dell’estblishment industriale e finanziario che puo’ accettare la mediazione politica ma non il dominio clanico, esemplificato in quel piano per la Telecom renazionalizzata comunicato riservatamente a Marco Tronchetti Provera dal maggior collaboratore del professorre, su carta intestata di Palazzo Chigi…”.

Tutto bene, come dicevamo, ma se il “problema di Prodi” è in questa situazione, un altra tesi va messa a nudo; è stat una scelta felice , quella dell’unione nei confronti di Prodi? Non se ne poteva fare un’altra?

Perchè non ci sembra – e questo pare sfuggire a Ferrara come alla maggior parte dei commentatori politici – che l’Italia sia un Paese dai problemi semplici. Al contrario, siamo un Paese che è agli ultimi posti in Europa in tante statistiche; siamo – per fare solo un paio di esempi fra i dieci e cento a portata di mano – il paese dove nascono meno bambini e arrivano piu’ emigranti da mezzo mondo. Il Paese che ha aria “irrespirabile” in tutte le sue città grandi e piccole e che continua e che continua a spostare su strada e su gomma la stragrande maggioranza delle sue merci.

Ci voleva un altro esponente di quella che a stento è diventata maggioranza perchè poi la maggioranza fosse veramente tale, nelle dure strettoie delloperare governativo. O un elemento che avesse alle spalle un partito suo – come D’Alema – o un esponente non partitico che avesse alle spalle una storia diversa da quella di Prodi, gravato negativamente dalla sua esperienza di capo della Commissione di Bruxelles. Quella che sotto la sua guida, si è data all’argamento infinito che tra poco ci porterà dentro Romania e Bulgaria e, in prospettiva, vedeirrompere – devastante – quel colosso islamico che è la Turchia.

Se interesse dell’Italia, diciamo fosse stato interrompere o “congelare” l’ulteriore allargamento – com’è, secondo noi dato la crisi socio/economica in atto – ecco che Prodi si ritrova – dati i suoi precedenti – con le mani legate. E l’Italia con lui; a causa sua.

Pino Rauti
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