Oscar Marino: pagine di passione e di “milizia”

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Non si può “dire”, riferire, in qualche modo recensire, quattro libri in una sola volta; se non impegnandosi a tornarvi sopra come ciascuno di essi merita. Ma intanto segnalarli ai nostri (per fortuna, non pochi) “lettori” e soprattutto a quelli che, come suol dirsi, hanno “una certa età” e certamente conoscono, ricordano il nome dell’autore Oscar Aldo Marino. Il “nostro” Marino; quello che fu, a suo tempo uno dei nostri esponenti di punta in “Ordine Nuovo” e che per tanti anni occupò a Messina una “prima linea” di militanza e di impegno politico che poi le sue pagine, le pagine dei suoi volumi (che definisce “di fattura artigianale” ma che sono graficamente accattivanti e chiarissimi) dimostrano di esser state la punta dell’iceberg: sotto, c’era il “grosso”, fatto di cultura, sentimenti fervidi e ottime radici di analisi storica.

“Questi libri – precisa ancora un’altra occasione, Oscar Marino – “mi servono soltanto per liberarmi delle tossine esistenziali che vorrebbero piegarmi…”; e no, caro Marino, non servono soltanto a te; servono a tutti noi, che contro quelle stesse “tossine” continuiamo a combattere giorno dopo giorno; ora dopo ora.

Li ho sott’occhio i quattro volumi dal “sulfureo” «Fiat lux», che si consiglia di leggere tenendosi accanto un copia della Bibbia, a “Controvento” – forme ragionate di resistenza, contro le banalità degli “eccessi democratici”; e da “Mare Nostrum” (che contiene 150 pagine che sono tutte all’opposto “di quanti il marciume radicato in Italia ha istituzionalizzato con leggi e con imposizioni di comportamento, personale e collettivo, estranei alla nostra cultura, al fine di educare le generazioni future alla rinuncia delle proprie tradizioni e alla vigliaccheria dei colonizzati”) a “Carme Italico” rime “nel nome d’Italia per la memoria storica degli Italiani”.

Marino ha scritto molti altri libri (eccellenti e sempre assai polemici “Il Paese di Bengodi” e “La corte dei miracoli”) ma già le pagine delle opere sopra citate bastava a definire uno “stile” che riesce ad intrecciare con fervore creativo i riferimenti all’attualità di cui lo scritto si alimenta ad una “concezione d’uomo e di vita” che è il costante punto di riferimento – anche culturale e storiografico – dell’Autore. Così come è chiaro che non si scrive così, non si argomenta e si dibatte e si contesta così, se traendo altresì alimento da un impegno personale che infatti ci fu; e fu “milizia”.

Cinquant’anni di democrazia – scrive Marino in “Mare Nostrum” – a non fidarci “dei vari arruffa popolo che si sono alternati al governo della cosa pubblica in Italia”; e quelle pagine sono davvero “tutto ciò che gli Italiani hanno perduto e che oggi non hanno il coraggio di rivendicare”.

Perciò, quel libro – come tutti gli altri – politicamente scorretto, ha la funzione di far conoscere, a chi non l’ha conosciuto o l’ha dimenticato, il vivere civile d’anteguerra, quando il ladro era ladro e trattato da ladro, quando il delinquente era delinquente trattato da delinquente e non un “contestatore” al quale elargire falsi pietismi, e la persona onesta viveva da persona onesta fra gli onesti.

Quando, soprattutto, gli Italiani erano un popolo che nutriva l’orgoglio di vivere in una Nazione, e non in un Paese. Perché, Italiani, mettetevelo bene in testa: tutto ciò che accade oggi, che ci disturba e ci umilia, scaturisce da una equivoca “liberazione”. Equivoca per il fatto che era, fin dal principio, finalizzata alla demolizione del sistema politico e sociale instaurato in Italia per imporci la dittatura bolscevica mediante il grimaldello della democrazia e a renderci coloni vita natural durante. Perché i vincitori della Seconde Guerra Mondiale, le cui cause storicamente risalgono a loro, pretendono che l’Italia da “soggetto politico” rimanga “Stato soggetto”.

Pino Rauti

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