Per i Combattenti della Repubblica Sociale

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

“Nuova Continuità Ideale” torna alla carica sul tema del riconoscimento della qualifica di combattenti ai militari del RSI. Ecco quanto scrive in merito il vice-presidente della Unione Nazionale Combattenti della RSI, Simone Finestra:

“Nel quadro delle iniziative promosse dalla nostra Unione per il riconoscimento della qualifica di militari ai combattenti della Repubblica Sociale Italiana, il senatore Ajmone Finestra, Vice presidente Vicario dell’UNC-RSI, ha inviato al Presidente del Senato Marcello Pera, a quello della Camera dei Deputati Pierferdinando Casini e a quello del Consiglio Silvio Berlusconi e ad alcuni Ministri, la lettera ufficiale che qui di seguito riproduciamo.

L’Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana, facendo appello alla sensibilità e al senso di giustizia del Governo e dei parlamentari, chiede che venga riconosciuto per legge lo stato giuridico di combattenti ai 600.000 militari, vivi e morti che hanno prestato servizio con onore nelle Forze Armate della RSI.

Lo Stato italiano ha il dovere di rendere finalmente giustizia a quanti hanno bruciato la giovinezza sui campi di battaglia, sotto bandiera italiana, in divisa italiana, agli ordini di ufficiali italiani e al servizio di un governo italiano, sia pure di fatto. La collocazione della RSI nella storia e l’adesione di tanti italiani, giovani e veterani alle sue Forze Armate, ebbe come obiettivo primario la fedeltà alla parola data, con la salvaguardia dell’onore d’Italia e la volontà di difendere il territorio nazionale dagli eserciti stranieri.

I caduti, gli invalidi, i prigionieri di guerra assassinati a fine conflitto, attendono la equiparazione morale da parte dello Stato come tutti gli altri combattenti d’Italia.

La richiesta dell’UNC-RSI si basa sui seguenti innegabili motivi:

l) Nel conflitto 1943-1945, i militari della RSI catturati in combattimento, sono sempre stati considerati belligeranti – prigionieri di guerra dagli americani secondo la convenzione internazionale di Ginevra, e avviati nei campi di concentramento in America, Algeria, Italia.

2) Il Tribunale Supremo Militare con sentenza n. 747 del 26 aprile 1954 nel processo ad ufficiali dell’esercito repubblicano, ha definito gli appartenenti alle Forze Armate della RSI belligeranti e combattenti.

3) Nel corso dei secoli si è più volte verificato che all’atto di un armistizio una parte delle forze armate, schierate sul fronte di guerra, non lo accettassero continuando a combattere. Nonostante tale comportamento, censurabile sul punto di vista disciplinare, quei militari sono stati riconosciuti belligeranti e combattenti.

4) Nel rispetto della storia, accolta la richiesta dell’UNC-RSI che esclude ogni riconoscimento economico, sarà finalmente possibile un atto di vera pacificazione nazionale.

Aderire alla legittima richiesta dell’UNC-RSI vuol significare rendere finalmente giustizia ad una generazione orgogliosa e sfortunata, che ha pagato con la discriminazione ed il “sangue l’amore per l’Italia”.

(“Nuova Continuità Ideale” – Bimestrale UNC-RSI – Presidente: Mario Sannucci – Direttore: Emilio Cavaterra – Piazza Vittorio Emanuele, 138 – 00185 Roma – Telefono 06-4456880).

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