Pratesi: alla grande per il parco della Cecchignola

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Tra i tanti meriti che indubbiamente ha Fulco Pratesi, possiede indubbiamente anche quello di essere “concreto”, di puntare al sodo; e soprattutto di sforzarsi, d’essere “operativo”; su un versante, territorio e ambiente che è invece, purtroppo, spesso preda di velleitarismi e di inconcludenze demagogiche. Lo ritroviamo appunto “operativo” a proposito di uno dei piu discussi problemi dell’area Roma; a proposito della sorte definitiva della Cecchignola.

incombono due minacce scrive Fulco Pratesi sul “Corriere della Sera” la prima – è la strada di scorriomento prevista dal Piano regolatore RG che attraverso la valle, distruggendo la piu’ bella e ricca fascia di bosco esistente. La seconda, è la costruzione (contro la quale si batte l’Associazione Colli della Strega) di tre “grattacieli” per circa 72.000 metri cubi, proprio a ridosso del Fosso della Cecchignola.

Ed ecco il Pratesi “concreto”;che così risponde: per superare il primo problema (quello della strada) i proponenti suggeriscono un nuovo tracciato che, salvando il bosco, attraversi i campi dell’adiacente Città Militare oggi chiusi al pubblico. E sempre a proposito del territorio utilizzato dai militari, gli ambientalisti propongono che siano aperte al traffico civile alcune arterie oggi comprese nel comprensorio, come la via dei Genieri e la via dell’Esercito: una misura, questa, che favorirebbe l’accesso al futuro parco da parte degli abitanti dei quartieri Mlllevoi e Cecchignola Sud, posti ai suoi margini meridionali.

Bisogna puntare,insomma,su un “Parco per salvare la Cecchignola”.

E ci sono infiniti e bellissimi motivi naturalistici a favore della proposta di Pratesi, che farebbe nascere la quindicesima area protetta di Roma Natura e territorio urbano. Chi l’avrebbe mai immaginato che tra i palazzoni e falansteri di quei quartieri che invadono la Campagna Romana tra la Lau-rentina e l’Ardeatina e rispondono a nomi fascinosi, piuttosto incongruenti con la loro massiccia presenza (Fonte Meravigliosa, Prato Smeraldo, Colle della Strega), potessero aggirarsi animali mitici ed esclusivi come il grande istrice, la volpe prudente, il tasso dall’arguto musetto bianco e nero? Eppure è così. Per una fortunata decisione del Piano Regolatore Generale, un’area posta longitudinalmente tra la via Ardeatina (ai confini occidentali del Parco dell’Appia Antica) e il Parco Laurentino-Acqua Acetosa, costituito dalla valle in cui scorre il Fosso della Cecchignola (ove da ragazzo andavo a pescare rovelle e anguille) è ancora restata sgombra dal cemento e dall’asfalto e conserva tratti stupendi dell’ antico Agro Romano, con tutte le sue caratteristiche.

Innanzitutto la geologia: qui le rocce del vulcanismo laziale sono presenti con i magnifici tufi lionati e con le purpuree pozzolane che hanno, per millenni, legato con la calcina le pietre dei monumenti romani e che oggi affiorano tra il verde.

Poi la vegetazione: tratti inaspettati di foresta ad alto fusti con lecci, robinie, olmi, aceri, al lori su un sottobosco di sambuchi, prugnoli, biancospini, salici e prati fioriti di papaveri e margherite. In questo recondito paradiso verde sovrastato, dalle moli dei palazzoni, vive una fauna timida ed elusiva: oltre all’istrice, al tasso e alla volpe, il riccio e il biacco, il coloratissimo gruccione, l’upupa garrula, l’usignolo, la civetta e tanti altri seguiti con passione dai naturalisti. Insomma, una natura ancora integra e vivace.

Ma ci si poteva aspettare che in un luogo così vicino alle Vie consolari e all’Appia non avesse reperti storici di rilevanza? Ed ecco che un veloce sopralluogo, accompagnati dai responsabili dell’Associazione culturale «La Vigna» che ne propone la tutela, ci consente di scoprire altri tesori.

C’è anzitutto ,scrive ancora Pratesi “il bellissimo castello della Cecchignola” , oggi in fase di restauro ad opera della «fondazione Santarelli»; e poi “tratti di basolato intatto, cunicoli arcaici, una torre di guardia di età imperiale, resti di cisterne e di murature romane. Insomma un luogo ricchissimo di valori e suggestioni che tutti i cittadini dei popolosi quartieri circonvicini e le associazioni ambientaliste (il WWF in testa) vorrebbero proteggere con un parco naturale”

Un Parco che non solo rappresenterebbe, un indispensabile polmone verde ma che spingerebbe anche ad attrezzare e restaurare una vasta area, fra l’altro ricreando “il laghetto voluto dai principi Borghese nel ‘600 per il loro castello, costruito dal vasanzio…”

Ma c’è dell’altro;perchè il progetto delle associazioni ambientaliste ipotizza l’acquisizione di un casale abbandonato sito in posizione panoramica a sud-ovest del q2uariere di Cecchignola Sud, per farne il Centro di Visità e Museo del Parco, con annesso bar, parcheggio, area giochi eccetera…”

a cura di Pino Rauti
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