La “Volkswagen” insiste sui ventimila licenziamenti

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E’ ufficiale; e il neo-presidente della Volkswagen lo conferma: nell’azienda ci sono ventimila esuberi; e Wolfang Bernhard – forte dell’esperienza, fatta alla Crysler americana – ha messo la firma su un “progetto di tagli” che adesso sta discutendo con i sindacati. Ne ha scritto – su “Repubblica” – Ettore Livini, che ha posto molte domande al presidente “VW”.
Eccone alcune:

Quali sono i problemi di Volkswagen?

Abbiamo un gap di produttività del 50% rispetto ai migliori concorrenti. il 25% lo dobbiamo recuperare lavorando sui processi e sui componenti, l’altro 25% reinventando il modo in cui progettiamo le macchine. L’auto oggi è un mercato di volumi. E la chiave per essere competitivi è quella di tenere i costi sotto controllo, se no non hai futuro. L’Europa adesso è come l’America di cinque anni fa. Dobbiamo difendere il mercato dalla seconda offensiva dei produttori asiatici. Tra una decina d’anni sbarcheranno da noi con prodotti validi anche i cinesi. Le barriere protezionistiche non servono, si deve lavorare sui prodotti. Se no rischiamo dì finire nei guai come Detroit.

In teoria potreste delocalizzare la vostra produzione…

In effetti è difficile dire se in futuro ci sarà ancora spazio per la produzione dì auto in Europa occidentale. Di sicuro ci sarà nei paesi dell’Est. Se in Germania i sindacati chiedono un 3% di aumento su una paga giornaliera di 55 curo, l’aumento corrisponde quasi all’intero stipendio di un operaio in Slovacchia. E la Slovacchia è a poche ore d’auto da Wolfsburg. Il rilancio però sì fa su due fronti: schiacciando il freno delle spese e pigiando sull’acceleratore dei prodotti. Tra due anni si vedranno i risultati del nostro lavoro.

Un altro modo di tagliare i costi è quello di fare alleanze. Cosa ne pensa?

Le alleanze non bastano a cambiare le vite delle aziende. Certo qualche accordo di cooperazione ci può stare. E siamo pronti a parlare con tutti. Ma dobbiamo imparare a camminare con le nostre gambe.

Abbiamo letto bene; ma rileggiamo – a proposito di quella deindustrializzazione che stiamo denunciando da anni – con estrema attenzione: ” E’ difficile dire se in futuro ci sarà ancora spazio per la produzione di auto in Europa occidentale…”!

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