Per la prima volta la Biblioteca del Senato a Roma ospiterà una Mostra dedicata all’editoria di destra. E’ intitolata “Cinquant’anni di stampa e propaganda della Destra Italiana (1945-1995)”.
Il percorso espositivo segue un criterio cronologico, articolato in nove bacheche che ricostruiscono i cinque decenni interessati. Si aggiungono quattro teche tematiche dedicate alla propaganda giovanile del “Fronte della Gioventù”, alla Satira, alle tematiche femminili ed alla pubblicistica elettorale.
Martedì il convegno – La Mostra verrà inaugurata con un convegno martedì 11 febbraio (dalle 1600 alle 1900). Essa raccoglie una selezione di quanto custodito nella Biblioteca del Senato e della Camera dei Deputati e nella Biblioteca nazionale di Stato di Roma. Con l’integrazione di materiale provenienti dall’Archivio della Casa editrice “Eclettica” edall’Archivio privato del “Centro Studi Pino Rauti”.
Complessivamente, circa 90 esemplari ed alcune importanti Raccolte, con testate sia dell’editoria più nota della destra italiana che degli organi di informazione e di propaganda interna ed esterna del Movimento Sociale Italiano.
Si arriva fino a Fiuggi – Il percorso espositivo termina con l’annuncio del Congresso di Fiuggi e la nascita di Alleanza Nazionale. Affidando così idealmente ad un’altra rassegna il compito di raccontare quanto accadde dal 1995 fino all’attuale presente politico. Venticinque anni in cui la Destra italiana ha raggiunto posizioni governative, ha conosciuto la diaspora ed ha modificato la sua forma Partito e le sue sigle; contestualmente alla “fine delle ideologie” ed ai cambiamenti del panorama politico italiano.
L’effervescenza culturale a destra – Il cinquantennio ricostruito restituisce suggestioni ed emozioni forti. E racconta l’effervescente produzione editoriale, intellettuale e culturale, di un’area ghettizzata ai margini della scena politica in termini di consenso elettorale e di riconoscimento dell’opinione pubblica.
Un mondo abitato da anime diverse ma tutte incredibilmente vivaci. E tutte capaci di disegnare scenari di prospettiva, di affrontare temi di avanguardia che in seguito sarebbero diventati sfide d’attualità. Colpiscono l’assenza di ogni forma di nostalgismo e le analisi lucide (anche degli scenari internazionali) nonchè i contributi di approfondimento nei settori dell’arte e della musica.
Se un limite ci viene restituito da questa ricostruzione, è quello estrinseco di una cultura feconda che non è riuscita a scavalcare lo steccato e divenire informazione diffusa, in grado di raggiungere il grande pubblico. Un motivo ed un dovere in più per ricostruirla e raccontarla, nella consapevolezza che si tratti di un giacimento da scoprire ed una storia da riscrivere.
Isabella Rauti
[Fonte: www.facebook.com]