Il Tempo.it – Imitazioni e guerre legali. Quanta voglia di remake

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Da Rauti a Sansa, quelli che l’hanno tenuta “accesa»”

MSIIl congresso di Fiuggi si era appena concluso e già quella «fiamma» – che An aveva ridotto in scala dentro il cerchio – era oggetto di rivendicazione. In principio fu Pino Rauti, ex segretario del Msi e grande avversario interno di Fini, a riutilizzare in chiave diversa il simbolo del Msi con il suo Movimento Sociale Fiamma Tricolore, soggetto strutturato e politicamente dotato di una sua narrazione che – soprattutto tra il ’95 e il ‘96 – riuscì a portare con sé un discreto numero di dirigenti ex missini e di consensi (al Senato raggiunse il 2%). Per il resto, invece, se la fantasia grafica – a causa di querelle giudiziarie – non è di certo mancata, le fortune politiche dei soggetti che hanno utilizzato direttamente fiamme e fiammelle sono state rare. Per differenziarsi da ciò che era emerso a Fiuggi c’è stato, ad esempio, chi ha circumnavigato il problema simbolo. È il caso del Fronte Nazionale di Adriano Tilgher che, a cavallo tra gli anni ’90 e il terzo millennio, fu il primo soggetto a utilizzare il riferimento simbolico del movimento allora guidato da Jean-Marie Le Pen che a sua volta, con il suo Front National, aveva esportato oltralpe la fiamma missina. Un’altra scissione significativa a destra, come quella de La Destra di Francesco Storace, ha scelto invece di utilizzare la «fiaccola» (simile a quella utilizzata dal Fronte della Gioventù) e non la fiamma, anche perché ai tempi An godeva di buona salute e Gianfranco Fini ancora teneva il grosso della classe dirigente con sé. Dietro a Storace, per anni, si è raccolto un moto dissidente di chi, per svariati motivi, ha chiesto il ritorno all’esperienza tout court di An in polemica con chi aveva disciolto quel partito dentro il Pdl, tanto da richiamarne la nascita in diverse assemblee. Proprio Storace, nel 2014, è stato protagonista del confronto-scontro sul simbolo di An: contesa che fu vinta invece da FdI a cui la Fondazione An autorizzò l’utilizzo del simbolo «Alleanza Nazionale» per le Europee. A utilizzare la fiamma, in varie declinazioni, ci sono poi movimenti locali: da Progetto nazionale, in Veneto, a Destra unita, in Trentino. Esistono poi soggetti di destra radicale che hanno dato vita a variazioni sul tema come Fiamma nazionale e altri: espressione della sindrome frazionista a destra parallela a quella degli orfani del Partito socialista. Infine c’è chi non si è arreso alla «trasmissione» dal Msi ad An e reclama la continuità diretta con il Msi di Giorgio Almirante. È ciò che da anni Gaetano Saya e Maria Antonietta Cannizzaro tentano di fare con il loro Msi-Destra Nazionale: un soggetto che contende nelle aule giudiziarie il richiamo alla fiamma con Fratelli d’Italia. Nonostante tutto resta assodato il fatto che questo simbolo sia sempre stato presente, a parte sporadici casi, sulla scheda elettorale, sotto varie forme e sotto vari nomi: prova del fatto che in qualche modo seduce ancora porzioni di militanti ed elettori. Insomma, se i Fratelli d’Italia dovessero decidere di farne a meno è certo che dalla galassia della destra faranno a gara per un «ritorno di fiamma».

Ant. Rap.

[Fonte: www.iltempo.it]

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