“L’Italia è un Paese per i giovani?” questo si chiede “Il Sole-24 Ore” qualche giorno fa nell’articolo di fondo, e il (noto ed esperto) giornalista, che lo scrive, Giacomo Variago, risponde esponendo argomenti seri e tesi sacro sante che approviamo fino alle virgole anche per il semplicissimo motivo che sono come vedremo subito riprendendo la parte saliente dell’Editoriale, argomenti e tesi che andiamo sostenendo da anni.
Che gentilissimi i lettori; e che lo facciamo con riferimento ai “nostri” scritti e spesso, anzi, a quanto abbiamo più e più volte affermato anche in “documenti” ufficiali, in mozione alla Camera- a suo tempo- in tesi che contenevano i nostri “ postulati” congressuali, da “ Spazio Nuovo” ad “ Andare Oltre”.
“Se c’è un Paese al mondo, scrive dunque Variago, che da molti anni ha bisogno di una “politica per la famiglia”, questo è l’Italia. La realtà che viviamo non è affatto così positiva e serena come appare dagli articoli 29,30 e 31 della Costituzione. Dove si prevedono sia i doveri sia i diritti dei genitori; si evoca la maternità ma anche la paternità; si vorrebbero favoriti il matrimonio e l’unità familiare.
Rispetto al disegno costituzionale, abbiamo pochi figli e molti aborti, pochi matrimoni e molti divorzi: nelle classifiche internazionali che vengono continuamente pubblicate figuriamo sempre agli ultimi posti per tutto ciò che riguarda le condizioni della vita familiare, dagli aspetti demografici alla tutela dell’infanzia, dalla condizione femminile alla qualità della scuola.
Ne siamo a tal punto preoccupati, che ciò che si riferisce alla famiglia viene ormai catalogato non tra i nostri punti di forza ma tra i problemi, come quando si dice che se l’economia italiana non cresce più la colpa è del nostro “ capitalismo familiare”. Quali sono le cause principali di questi problemi, e come potremmo iniziare a porvi rimedio? A Variago sembra che tre siano gli aspetti sui quali bisogna concentrare l’attenzione. Anzitutto, evitare la miopia della politica. Se della famiglia ci si ricorda solo con provvedimenti una tantum ( ad esempio, con un mini- bonus per il bimbo nato l’anno scorso), allora è chiaro che si rischia di peggiorare la situazione. La famiglia è per definizione qualcosa che riguarda successive generazioni: se si vogliono favorire comportamenti diversiva quelli prevalenti negli ultimi vent’anni, bisogna modificare aspettative e convenienze relative ai prossimi vent’anni. In altre parole, per una politica della famiglia serve lungimiranza e non casualità.
Il secondo aspetto non è meno importante. Il nostro modo di fare politica – forse perché ormai dominato dalla televisione – è sempre più apparenza che sostanza: ciò che conta è l’anomalia, perché fa notizia, e non la normalità. Nei confronti della famiglia, questo modo di fare politica ha conseguenze micidiali. Basta pensare ai due temi di cui più ci siamo occupati nell’ultimi anno. I nostri figli si sposano sempre meno? E noi concentriamo il dibattito politico sui matrimoni degli omosessuali, continua ed anzi incalza…in questo Paese nessuno più vuol fare figli? E noi facciamo un costoso referendum sul diritto di moltiplicare l’impegno degli embrioni per la fecondazione assistita di quei pochi che hanno problemi di fertilità. Sembra quasi che la politica faccia apposta a non volersi occupare dei problemi del Paese, cioè dei problemi dei più, limitando la sua attenzione ai casi estremi, che fanno notizia perché di pochi.
Il terzo aspetto è ancora più importante, e riguarda il punto di vista rispetto al quale dobbiamo collocarci: prevale l’interesse della famiglia o quello delle “ corporazioni” che della famiglia si occupano? La domanda non è banale, e ne verifichiamo continuamente l’importanza in un Paese come il nostro dove spesso l’interesse servito è quello, diciamo così, dell’offerta più di quello della domanda… L’articolo di Variago continua, affrontando in modo particolare il problema- scuola , ma noi ci fermiamo qui; perché davvero crediamo di aver letto raramente un “testo” che con tanta documentata precisione riprende e rilancia- e, nel merito, approfondisce- quelli che, da sempre, abbiamo definito “ i problemi essenziali della Demografia, e della Famiglia”.
Pino Rauti