Triste “tramonto” per i matrimoni

image_pdfimage_print
[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

A chi volesse chiedere il “punto nodale” della vita sociale italiana del nostro tempo, consiglieremmo di guardare al «dato matrimonio»; e a tutto quello che sta avvenendo su questo versante.
Dire che il matrimonio è in crisi, è dire poco. Il matrimonio è al “tramonto”; si può dire che sta lentamente scomparendo.
Ancora una trentina d’anni fa, erano oltre 419.000; due anni fa erano calati a poco più di 250.000.
Non solo: ormai, quasi il 20% dei matrimoni, fallisce entro i primi 3 anni!
Ne scrive in modo assai documentato Anna Maria Sersale sul “Messaggero” e riprendiamo qualche stralcio del suo bell’articolo.
Ecco, in sintesi, come ci ritroviamo: Prima di arrivare al grande passo ci pensano a lungo, se il matrimonio va in pezzi ci riprovano, più consapevoli e maturi. I matrimoni sono in calo e durano sempre di meno, ma aumentano le seconde nozze, è questa la novità del Rapporto presentato dall’Istat. Gli italiani si sposano tardi: il primo «sì» per i maschi è a 33 anni, quello delle femmine a 30. Tuttavia l’età non è garanzia di durata (il 18,5% dei matrimoni va in pezzi entro 4 anni, la percentuale sale al 21,9% trai 5 ei 9 anni). Comunque in tanti, anche dopo dolorosi fallimenti, tornano alla carica e scelgono di risposarsi. I secondi matrimoni sono in aumento: 33.070 nel 2007 contro i 31.846 dell’anno precedente (il 13,2% del totale). Insomma, dopo la rottura, molti si rimettono in gioco con un nuovo partner. Hanno più chance di successo? «In genere sì, sostiene Maria Luisa Missiaggia, avvocato esperto di mediazione familiare Sono più maturi e fanno meno errori, comunque, risposarsi è una forma di fiducia nei confronti del futuro. Per esperienza professionale, posso dire che è sempre la donna che crede di più nel matrimonio. E’ poi sempre la donna, quando il rapporto è in crisi, a chiedere la separazione». «Si risposano? Senza leggi di tutela per le unioni di fatto molti preferiscono le, garanzie del matrimonio, ma c’è anche un’altra ragione, le nozze dal punto di vista affettivo sono più rassicuranti, sono una promessa di fedeltà», secondo Rita D’Amico, psicologa e ricercatrice del Cnr, autrice di libri sulle dinamiche della coppia, «i fallimenti lasciano un segno, ma non uccidono le nuove speranze». Quanto alle seconde unioni anche la D’Amico pensa che siano meno conflittuali: «C’è una maggiore oculatezza nel valutare l’altro, la precedente esperienza negativa spesso rende più chiare le idee, tanto che si parte da una iniziale “contrapposizione”, affermando non voglio un compagno così e così…».
Aumentati anche i matrimoni con rito civile, non hanno ancora sorpassato quelli celebrati in chiesa ma in 15 anni sono cresciuti del 50%: «Erano l su 5 nel 1995, sono diventati l su 3 nel 2007 – spiega Giancarlo Gualtìeri, uno dei ricercatori dell’Istat che ha condotto l’ìndagìne – Ora rappresentano il 34,6% del totale, l’ultimo confronto rivela che sì è passati dagli 83.628 del 2006 agli 86.639 del 2007». E le separazioni e i divorzi? «Sono l’altra faccia della medaglia – sottolinea Gualtieri – L’aumento delle seconde nozze è legato alla loro crescita». Che cosa determina la rottura di una unione? «La scoperta di una relazione extraconiugale del partner sostiene ancora Rita D’Amico – ma anche la minore tendenza all’adattamento, che la vita di coppia richiede, e la minore disposizione a rinunce personali».

Pino Rauti

  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Add to favorites
  • Email
  • RSS

Comments are closed.

Post Navigation