Le “poltrone” di Prodi

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Se c’e’ una divinità dei giornalisti, chiediamo che essa “benedica” Gian Antonio Stella per la sua sbalorditiva capacità di scrivere esibendo cifre e riscontri di altri tempi.

E così, il governo Prodi nomina altri tre Sottosegretari ed ecco Stella che sciabola come non mai, ricordando che:

= il primo Governo “della storia patria” aveva con Cavour 7 ministri;
= il 1° governo di Alcide De gasperi, aveva 17 ministri e 42 sottosegretari;
= solo con gli ultimi due governi Berlusconi si era arrivati a quota 98;
= il VII e per questo tanto vituperato governo Andreotti – nell’aprile del 1991 – era arrivato a 101 componenti; e cosi’ prosegue:

” Ma vi ricordate? Era tutto un coro a rinfrancare alla destra che loro sì erano stati bravi , perché certo, il «D’Alema Bis» era arrivato a 91 ma solo per forza d’inerzia giacché proprio la sinistra aveva cambiato la legge per finirla col mercato delle vacche e snellire finalmente i carrozzoni clientelari. «Guardi qua, dottor Vespa», aveva detto il «Lider Maximo» estraendo a Porta a Porta il programma dell’Ulivo: «Le leggo la tesi numero nove: “Ridurre i ministeri e i ministri”». Neanche il tempo che il Cavaliere nominasse i titolari della sua squadra e Antonio Di Pietro tuonava: «Per soddisfare gli appetiti di partiti e correnti è stata stravolta la riforma Bassanini aumentando il numero dei ministeri. Il che lascia facilmente prevedere che cosa accadrà, con l’infornata di sottosegretari». «Avevano promesso semplificazione e invece c’è una gran confusione, con la moltiplicazione delle poltrone da spartire per accontentare tutti», sentenziò, levando il sopracciglio l’attuale vicepremier Francesco Rutelli. Troppi ministri, troppi: «Dovevano essere 12 e sono più del doppio, con una valanga di sottosegretari». E ci fu chi andò a sbattere in faccia (sia chiaro: giustamente) al nuovo governo non solo l’invenzione dei viceministri che mai prima erano esistiti, ma il voltafaccia del Cavaliere che mille volte aveva promesso uno snellimento e subito dopo il trionfo del maggio 2001 aveva fatto la faccia cattiva: «In centoquaranta hanno fatto domanda per diventare sottosegretario. Ma i posti sono solo ventisei». Ne fece il doppio: 53…”

Insomma, chi è senza peccato scagli la prima pietra; ma arrivare a un così “olimpico” primato – che ci pare, non ha eguali in nessun altro Paese del mondo dopo aver dedicato un punto preciso del proprio “Programma” alla riduzione delle poltrone, ci sembra davvero grave.

Anche perchè di molte nomine, nessuno è ancora riuscito a capire la ragione. E si tratta di sconosciuti assoluti, come quel siculo Raffaele Gentile, finito “vice” ai Trasporti; o come Nicola Sartori (piu’ noto) imbarcato per fare la Finanziaria; ma ” i sei che già c’erano, non erano in grado” ? o come Gianni Mongello (Agricoltura) che è quasi privo di curriculum; perchè è riuscito a guadagnarsi due citazioni minori in 27 anni di archivi ANSA…”.

Pino Rauti
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