Rauti, il regime e la “terza via”

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Tra le numerose segnalazioni e recensioni comparve a suo tempo dopo la conferenza stampa di Rauti a Napoli per la presentazione del 1° volume della “Storia del Fascismo”, riteniamo di dover sottolineare quella comparsa su “Il Tempo” di Roma a firma di Cinzia Tralicci. Il titolo dell’articolo è: “Rauti ripercorre il regime alla ricerca di una terza via”.

Ed ecco il testo:

“Una grande miniera a cielo aperto ancora attuale sotto il profilo culturale. La terza via tra il marxismo e il liberal-capitalismo. Nel primo dei sei volumi sulla storia del fascismo scritto con Rutilio Sermonti, Pino Rauti sintetizza il pensiero di Mussolini, Gentile e degli altri protagonisti dell’Italia del Ventennio, affermando che «tutto sommato il fascismo mantiene una sua specificità rivoluzionaria perché riuscì a creare un suo modello di, Stato e un modello di economia». Nella nuova prefazione l’ideologo della destra valorizza alcuni aspetti del fascismo quali «la forte accelerazione verso una modernizzazione della nazione». «L’Italia era il “terzo mondo” dell’Europa – prosegue l’ autore e si compì in quegli anni uno sforzo poderoso di modernizzazione del Paese che richiedeva ed esigeva una coazione di natura quasi disciplinare e pedagogica. Questo era il fascismo». Ci sono poi quelle che lo scrittore definisce «una singolare massa di premonizioni che si sono verificate». «Ad esempio aggiunge Rauti – il controllo delle migrazioni interne e della crescita esponenziale delle città, la difesa del mondo rurale, il rapporto tra l’uomo e l’ambiente, la difesa delle specificità». Il fondatore del movimento Fiamma Tricolore, ha pronta la struttura di un altro per raccontare la guerra combattuta dall’Italia tra il 1935-1945: «Fu un solo conflitto iniziato e finito con gli stessi protagonisti – sostiene Rauti -; Nel 1935 l’Italia e la Germania ebbero contro tutti a cominciare da Francia e Inghilterra. Con i «Dieci anni più lunghi» Pino Rauti

cerca di precisare le ragioni che indussero Mussolini ad aderire alla volontà belligerante di Hitler. «Bisogna essere ignoranti per non sapere che Mussolini aveva documentato a Hitler l’impreparazione bellica dell’Italia’ – afferma Rauti – il nostro Paese aveva in Etiopia le sue disponibilità logistiche quel poco che era rimasto in Europa era in Spagna. L’Italia, tentò di spiegare Mussolini, sarebbe stata pronta solo nel ‘43, dopo l’Esposizione del ‘42. Ma Hitler gli rispose – “Caro Duce tu hai i tuoi tempi, io ho i miei” – e gli mostrò i piani di riarmo di Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Mussolini sapeva che la guerra era un azzardo ma non poté evitarla». Dal passato al futuro, privo secondo Rauti, di particolari entusiasmi. D’Alema è l’«unico cervello politico della sinistra» mentre il centro-destra gli fa, esclamare: «C’è poco da stare allegri. Moriremo democristiani!» ”.

“Storia del Fascismo – Le interpretazioni e le origini” – 578 pgg – Euro 30 – Edizioni “Controcorrente” – Via Carlo de Cesare, 11 – 80132 – Napoli – Tel. 081.421349 – 081.5520024 – Fax 081.4202514.

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